I tre giovani accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere hanno fatto scena muta durante l’interrogatorio di garanzia e rimarranno in carcere. Per i magistrati sono pericolosi e potrebbero reiterare il reato e occultare le prove. Le indagini proseguono anche per individuare eventuali complici.
Temù – Avevano un intero paese addosso i tre giovani che avrebbero organizzato l’omicidio di Laura Ziliani, la dipendente comunale di 55 anni scomparsa l’8 maggio scorso e ritrovata cadavere tre mesi dopo. In un paese piccolo come Temù le notizie corrono e tutti ancora sanno di tutti. Nel bene e nel male.
Infatti nessuno aveva creduto che l’ex vigilessa poteva essersi perduta fra le montagne e rimanere vittima di un incidente. La donna era un’esperta alpinista e quelle zone le conosceva a menadito. Piuttosto qualcuno che avrebbe potuto farle del male, questo sì che lo pensavano in molti.
In primis il suo amico sindaco, Giuseppe Pasina, che appena ritrovato il corpo senza vita della donna aveva parlato di omicidio. C’era anche chi sospettava delle due figlie, Silvia e Paola Zani, rispettivamente di 27 e 19 anni, che in paese non davano confidenza a nessuno. Poi c’è la figura del soprano Mirto Milani, 28 anni, sotto certi aspetti ambigua come ambigua era la doppia relazione che avrebbe avuto con le due sorelle.
L’uomo è considerato la mente del presunto piano criminale posto in essere per meri motivi economici. Il soprano e le due figlie della Ziliani, da tempo, navigavano su internet alla ricerca di particolari sui crimini perfetti che, evidentemente, non hanno trovato. Ma il mouse del musicista del Conservatorio di Milano pare si spostasse anche su portali a luci rosse tanto da arrivare a cancellare i file più compromettenti da telefonini e Pc poi sequestrati dai carabinieri.
Tutti e tre convivevano nell’appartamento di vicolo Ballardini dove la madre del musicista, Mirna Donadoni, aveva preso le redini della gestione del B&B di proprietà della famiglia Zani-Ziliani subito dopo la sparizione dell’ex poliziotta della Locale. Proprio Mirto Milani si sarebbe lamentato delle spese eccessive che la Ziliani stava sostenendo per ristrutturare un altro appartamento attiguo a quello di famiglia.
I genitori del giovane, dopo la scomparsa della povera Laura, si erano trasferiti in casa della dipendente comunale dove avrebbero aiutato le figlie in una vasta opera di pulizia degli immobili. Ma solo tornando indietro nel tempo si potrà meglio comprendere l’evolversi dei fatti delittuosi. Il 7 maggio 2021 in casa di Laura è festa grande.
Le tre figlie avevano deciso di celebrare la festa della Mamma un giorno prima con tanto di torta e candeline. Laura è felice tanto da inviare al suo compagno Riccardo Lorenzi, odontotecnico di Roncadelle, la foto del dolce tramite cellulare. In casa c’è anche Mirto Milani, ufficialmente fidanzato di Silvia, che mostra la torta realizzata dalle due sorelle ad una loro vicina di casa, tale Nicoleta Chirica.
La stessa donna a cui Laura Ziliani aveva raccontato, un mese prima dalla sua sparizione, di avere dormito un giorno e mezzo dopo aver sorbito una tisana preparata dalle figlie, sempre in casa. Strana coincidenza:
”…Silvia e Paola di solito si alzavano tardi alla mattina – avrebbe riferito Chirica – mentre il giorno dell’8 maggio 2021, alle ore 7.10 c’erano le luci accese sia della camera di Laura, del suo bagnetto privato e del bagno grande. Lo so in quanto sopra la parete della mia sala c’è un grande orologio. Questa cosa mi ha un po’ stupito perché le ragazze, come ripeto, si svegliano sempre molto tardi. Pertanto ho subito pensato che fosse arrivata Laura, che era l’unica mattiniera. Quando in casa c’era Laura Mirto Milani usciva fuori. Quel 7 maggio invece era rimasto in casa…”.
A questo punto Laura Ziliani scompare di scena. Quella torta conteneva la benzodiazepina poi ritrovata nel suo corpo senza vita? L’ex vigilessa, già priva di sensi, sarebbe stata soffocata nel sonno, senza subire violenze, e poi trasportata in un luogo diverso da dove poi è stato ritrovato il cadavere? Tutto questo per soldi e senza complici?
Rispondere a queste domande è compito degli inquirenti, coordinati dal Pm Caty Bressanelli, che continuano senza soste le indagini. In quanto al patrimonio della vittima le cifre sono con molti zeri. Si parla di circa 3 milioni e mezzo di euro fra quindici proprietà immobiliari e sette terreni agricoli ereditati dopo la morte del marito Enrico Zani.
L’ex dipendente comunale era titolare di un terzo delle abitazioni e pertinenze mentre alle tre figlie sarebbero spettati due noni a testa. Ziliani possedeva invece l’intera proprietà soltanto per due immobili: un grande locale commerciale a Concesio, con imponibile Imu di oltre 100mila euro e un magazzino di 34 metri quadri, nella medesima località, acquistati e intestati alla donna nel 2008. Oltre ad altri beni immobili da condividere con soggetti terzi.
Silvia, Paola e Mirto avrebbero temuto che la nonna o i due zii materni potessero diventare i tutori della sorella Lucia, affetta da un “lieve ritardo cognitivo” cosi come scritto dal magistrato inquirente e dal Gip. Lucia ha l’usufrutto completo dell’appartamento della madre a Brescia, ed è tuttora comproprietaria delle restanti proprietà di Laura, assieme alle sorelle.
Queste ultime, recluse nel carcere di Verzano, e Mirto Milani, ristretto nel carcere di Canton Mombello, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia, davanti agli avvocati difensori, al Gip Alessandra Sabatucci e allo stesso Pm Bressanelli, svoltosi il 28 settembre scorso. Rimarranno in galera, ha scritto il Gip, perché potrebbero uccidere ancora e occultare le prove. In quanto ai complici le indagini pare proseguano anche in questa direzione.