Prima di cominciare l’estate sembrerebbe già finita stando alle saccocce degli italiani sempre più vuote. I rincari poi hanno dato la mazzata finale. E in giro di turisti ce ne sono davvero pochi in questi primi giorni di luglio. Si spera in agosto e settembre se i prezzi diventeranno più convenienti. I problemi della pandemia non si scaricano sulle utenze.
Roma – Prezzi alle stelle e speculazioni economiche. La ripartenza frena. La Pandemia ha determinato grandi insicurezze dovute all’insidia di un virus che cambia continuamente “pelle” rendendosi sempre più pericoloso. A questo stato di cose già di per sé grave si aggiungono un rialzo indiscriminato dei prezzi delle tariffe di elettricità, gas e carburanti mentre c’è chi si frega le mani per gli affari più o meno leciti di questa sfortunata estate 2021.
Quest’anno le vacanze costeranno in media l’11% in più rispetto al 2020. In “soldoni” per una villeggiatura la spesa pro-capite aumenterà di circa 98 euro tra spostamenti, alloggi e servizi.
La notizia arriva dal Codacons che fornisce i dati ufficiali sul caro-vacanze 2021. Dagli spostamenti in auto, treno o aereo, ai soggiorni presso strutture ricettive, passando per l’affitto di ombrelloni, sdraio e lettini sino alle consumazioni presso bar e ristoranti, tutto costa di più.
Con le riaperture al pubblico lidi balneari, hotel, resort, case vacanza, agriturismi e B&b hanno modificato le proprie politiche tariffarie applicando rincari tesi a compensare le perdite degli ultimi mesi. Spesso risparmiando anche sul personale e sui servizi che in linea di massima sono più scadenti.
I maggiori costi vengono attribuiti alla sanificazione e messa in sicurezza dei locali, nonché al contingentamento delle presenze che, di fatto, riducono i ricavi. Ma questo è vero sino ad un certo punto.
Insomma chiacchiere e pretesti per giustificare prezzi più esosi senza nulla in cambio. E a farne le spese è sempre il cittadino-turista che ha dimezzato la permanenza fuori porta. Il buon senso non è sempre presente, mentre la sfrenata e, per certi versi, legittima aspirazione a recuperare introiti perduti per colpa del virus, ha il sopravvento su tutto. Ma non servirà a nulla se non a distruggere il mercato. Il mordi e fuggi non paga.
Il quadro che ne emerge, infatti, è quello di una estate in cui una vacanza costa sensibilmente di più rispetto al 2020 e senza alcun vantaggio per il cliente, nonostante lo scorso anno stabilimenti balneari, strutture ricettive ed esercizi diversi avessero già ritoccato i listini dopo il lungo lockdown.
Infatti in base alle stime dell’associazione, nel 2021 per una villeggiatura estiva di 10 giorni si passerà dagli 898 euro del 2020 ai 996 euro del 2021, con un incremento pari a +98 euro a persona. Sembra poca cosa ma per una famiglia l’aumento fa la differenza.
Nel dettaglio l’indagine del Codacons registra i seguenti incrementi generalizzati di prezzi e tariffe. Per chi si sposta in auto, per esempio, dovrà mettere in conto una maggiore spesa per i rifornimenti del +16% rispetto al 2020 a causa dei rincari di benzina e gasolio. Un pieno costa oltre 11 euro in più rispetto allo scorso anno.
Le tariffe dei treni, invece, non hanno subito incrementi ma la riduzione della capienza massima a bordo ha portato ad una limitazione di sconti, offerte e promozioni rivolte ai passeggeri. Com’è facile immaginare, soprattutto per chi utilizza gli aerei, le tariffe base sono rimaste invariate ma sono cresciuti i costi di tutti gli altri servizi connessi ai voli, come il trasporto dei bagagli, la scelta del posto a sedere, le polizze assicurative, la possibilità di cambiare o cancellare la prenotazione.
Alcuni gestori aerei hanno applicato la “furbata” di includere un bagaglio di piccole dimensioni (dove a stento si può riporre un cambio) nel biglietto di viaggio mentre il classico, vecchio trolley di dimensioni normali da riporre nella cappelliera si paga a caro prezzo. La tariffa del biglietto unita all’imbarco veloce e alla scelta del posto a bordo può costare anche tre volte il prezzo del titolo di viaggio.
Insomma extra-costi applicati sia dalle Compagnie “low-cost” che dalle compagnie tradizionali i quali, facendo un’addizione, ci fanno spendere più del doppio rispetto al prezzo del volo.
Negli stabilimenti balneari si registrano incrementi medi del +5% per l’affitto giornaliero di ombrelloni, lettini e sdraio. Così come i costi delle consumazioni, pasti e aperitivi, che sono aumentati nell’ordine del +10%.
Fare colazione al bar, o prendere un aperitivo, pranzare o cenare al ristorante, costa in media tra il +5% e il +10% rispetto allo scorso anno. Per non parlare dell’aumento del numero dei commercianti ed esercenti che non rilasciano ricevuta fiscale.
Molti di loro rilasciano uno scontrino che “assomiglia” a quello fiscale ma non è altro che un pezzo di carta senza valore in cui, ma non sempre, è previsto anche uno sconto per il pagamento in contanti. Cosi non va e ci rimetteremo di tasca tutti. Nessuno escluso.