Una giornata per non dimenticare i rifugiati

Migliaia e migliaia di persone scampate alle torture, persecuzioni e morte non dimenticano le loro origini e sono tutelate da norme che i Paesi ospitanti debbono rispettare. Stessi obblighi sono richiesti agli ospiti nei riguardi delle nazioni che hanno aperto loro le porte. Manifestazioni culturali e iniziative sociali in tutta Italia.

Roma – Oggi viene celebrata la Giornata Internazionale del Rifugiato, conosciuta anche come Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, ovvero un trattato delle Nazioni Unite che riconosce a queste persone i propri diritti e le proprie responsabilità all’interno dei Paesi ospitanti.

La Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato è stata istituita nel 1914 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con Risoluzione A/RES/55/76 del 4 dicembre 2000 e venne celebrata per la prima volta il 20 giugno del 2001.

Ogni anno l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) seleziona un tema comune per disporre gli eventi celebrativi in tutto il mondo.

L’assemblea generale delle Nazioni Unite (United Nations General Assembly UNGA) è l’organo istituzionale che rappresenta le Nazioni Unite ed ha delle funzioni consultive. E’ presieduta da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite che hanno il compito di esaminare i princìpi generali dell’assemblea al fine di avere un quadro chiaro e completo sullo status dei rifugiati e capire se è opportuno intensificare gli sforzi per prevenire e risolvere i conflitti onde contribuire alla pace e alla sicurezza dei rifugiati tramite il Consiglio di Sicurezza.

Il 20 giugno è la giornata che ricorda la forza, il coraggio e la determinazione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro condizione di persone costrette a lasciare la propria casa ed i propri affetti per fuggire da guerre e violenze non dimenticando che dietro ognuno di loro ci sono storie di sofferenze, umiliazioni ma anche di chi è riuscito a ricostruire la propria esistenza portando il proprio contributo alla società che lo ha accolto.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa