Una volta espletate tutte le perizie e messi a confronto i dati degli esami, gli esperti potranno ipotizzare la loro verità sulla morte di mamma e figlio.
Caronia – Mentre continuano le analisi degli esperti sulle spoglie di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele Mondello, tecnici informatici e telefonici continuano le verifiche su tablet e cellulare della dj piemontese. Per venire a capo della tragica vicenda, e senza escludere la partecipazione di terzi, occorreranno ancora diverse settimane affinché gli anatomopatologi e medici legali finiscano le perizie per poi riunirsi e confrontare i dati in loro possesso.
Un lavoro lungo e complesso, reso ancora più difficile dalle pessime condizioni dei cadaveri di mamma e figlio che non hanno permesso, come spesso accade in situazioni migliori, di “far parlare”, come si dice in gergo, i corpi senza vita rinvenuti, in date diverse, nelle impervie campagne di Caronia, nel messinese.
Un aspetto importante riguarda la vita di relazione della donna, qualora ne avesse avuta una dopo il peggioramento delle sue condizioni psicologiche che ormai sembrano accertate come piuttosto gravi. Ecco perché, in tutto o in parte, all’interno dei file contenuti in Pc e smartphone della donna potrebbe trovarsi la chiave di volta del giallo siciliano. Dal profilo Facebook di Viviana agli altri account di social-network, dalle chat ed sms telefonici sino alla cronologia dei siti web preferiti dalla donna, potrebbe spuntare fuori un nome, un riferimento oppure una località, in uno con colloqui e numeri telefonici ricorrenti, che potrebbero sciogliere il mistero della fine orrenda dei due congiunti.
In effetti alcuni punti oscuri permangono. Il primo di questi rimane quello di una più attenta vigilanza sulla donna attesi i suoi disturbi mentali e l’attaccamento al bambino che temeva le venisse sottratto dalle istituzioni. Dunque la donna sarebbe stata consapevole di questa possibilità e potrebbe aver meditato una probabile fuga, finita in tragedia.
Poi c’è il “buco nero” dell’incidente su cui la Procura di Patti sta indagando a tutto spiano con ripetuti e più approfonditi controlli sull’Opel Corsa di Viviana alla ricerca di un pur minimo indizio. Anche per stabilire l’entità del sinistro stradale, la sua dinamica, i possibili danni fisici riportati da Viviana e Gioele ma anche dagli occupanti del furgone della manutenzione che pare abbiamo riferito particolari che suscitano ulteriori dubbi e perplessità su quanto accaduto dopo l’incidente.
Viviana e suo figlio sono stati soccorsi? L’auto della Parisi era nelle condizioni di riprendere la marcia? In quali condizioni psichiche si trovava la donna dopo l’impatto? Viviana sarebbe stata invitata a rimanere in loco in attesa di un mezzo sanitario? Le sarebbero state chieste le generalità come presunta responsabile del sinistro? E’ stata proprio lei a provocarlo? Come in un film horror la donna con in braccio il bimbo, in posizione eretta dunque ancora vivo (ma poteva essere ferito, chi può dirlo?), avrebbe oltrepassato a piedi il luogo dell’incidente, attraversato la carreggiata per proseguire parallelamente al guardrail prima di imboccare una sterrata attigua all’autostrada Messina-Palermo per poi scomparire nella boscaglia.
Come può accadere una cosa simile? In circostanze molto meno cruente, a seguito anche di un banale incidente, si creano file di auto che rallentano la circolazione, in questo caso nessuno ha rallentato per curiosare? Poi la sfortuna ci si è messa in mezzo:”…Ma vi pare possibile che lungo tutta l’autostrada non ci sia una telecamera funzionante? – si chiede l’avvocato Pietro Venuti, legale di fiducia della famiglia Mondello – nemmeno una colonnina dell’Sos? Su quell’autostrada può succedere di tutto, pure un assalto armato, come nel Far West, e nessuno vedrà mai nulla…”.
La A-20, come altre autostrade siciliane, è stato ultimata dopo ben 35 anni di lavori e inaugurata nel 2004 a fronte di una spesa lievitata a 800 milioni di euro. Una cifra stratosferica a fronte di zero servizi, manto stradale pessimo e alcune gallerie malmesse. Che cosa sia accaduto poi lungo il tragitto tra autostrada e traliccio dell’alta tensione è ancora tutto da vedere. Come il ruolo degli animali selvatici nella parziale distruzione dei due cadaveri. Del resto l’attuazione di un piano logico nelle indagini, in questo caso, non ha dato alcun risultato.