La situazione economica rimane critica nonostante i cenni di ripresa comunicati dall'Istat. Senza una vera programmazione economico-finanziaria sarà difficile prevedere un futuro roseo. Siamo ancora distanti dalla ripartenza.
Roma – È tempo di bilanci per il governo, non solo contabili ma anche di verifica di alcune scelte politiche fatte, forse, con molta leggerezza, anche se con l’intenzione di salvaguardare lavoratori ed imprese. Almeno sulla carta. Probabilmente si sarebbero dovute cambiare le procedure per la Cassa integrazione in deroga che, purtroppo, non hanno funzionato bene e comunque sono state troppo lente.
Infatti anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ha ammesso che le politiche anticrisi basate sui sussidi a pioggia si sono rivelate confuse ed eccessivamente complicate. In una prima fase, chiaramente, si è cercato di venire incontro a tutti e non lasciare indietro nessuno. Sarà stato proprio cosi?
L’assistenzialismo è certamente importante per sbloccare una situazione di grande sofferenza economica ma deve avere un tempo limitato e lasciare spazio a proposte più durature ed efficaci. Necessita pertanto una programmazione economica che permetta di portare avanti le proposte che il ministro Gualtieri ha da tempo preannunciato. I primi soldi, concretamente, arriveranno nella primavera del 2021. Pertanto la parola d’ordine deve essere concretezza e riduzione delle tasse, al fine di incoraggiare investimenti ed attività delle imprese.
Il ministro, peraltro, ha anche confermato di “volere già ad ottobre le linee di fondo del Recovery Plan, in modo da interloquire subito con la Commissione Ue“. Il corollario di questa tesi è che difficilmente potranno trovare spazio idee “futuristiche” di riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendi, per ridurre il tasso di disoccupazione, come annunciato dal ministro Nunzia Catalfo che sta predisponendo le proprie proposte da condividere con Gualtieri.
Non a caso il ministro dell’Economia ha puntualizzato, come già precisato dal commissario Paolo Gentiloni, che le risorse del Recovery Fund non potranno essere usate per il taglio delle tasse. Questo perché la riduzione delle imposte si deve realizzare, per non avere problemi con l’Europa, con la riforma fiscale che si dovrà autofinanziare. Certamente questo significherà che verranno messe in campo numerosissimi tagli alle detrazioni, deduzioni e bonus, che secondo lo scaglione di reddito comporterà, con sicurezza, un aumento degli odiati balzelli. Come sempre.
Mentre, invece, ne potranno beneficiare coloro i quali saranno ammessi a godere di sgravi come il taglio del cuneo fiscale e l’assegno unico per i figli, da rimodulare sulla base del reddito. Ne consegue che la manovra 2021 sarà un vero e proprio “rompicapo” perché, partendo già da una base di 25-28 miliardi di euro, non si potrà contare sugli anticipi del Recovery Fund. In ogni caso tutti i protagonisti del governo continuano a dispensare ottimismo e fiducia in una ripresa dell’economia. Speriamo bene e facciamo gli scongiuri.
Comunque stiano le cose tutti gli indicatori economici fanno pensare, nel terzo trimestre, ad un forte rimbalzo del Pil. Circostanza confermata anche da Roberto Monducci, direttore produzione statistica ISTAT, il quale conferma che dalle informazioni disponibili, per i mesi di luglio e agosto, anche se ancora parziali, vi sono segnali di ripresa. Certamente non ancora tangibili ai più.
Ti potrebbe interessare anche —->>
ROMA – QUEI BORDELLI DEL PENSIERO CHE SI CHIAMANO GIORNALI: SLOW JOURNALISM, UNA CHIMERA?