Nel corso delle indagini, avviate nel 2017, i militari dell’Arma hanno documentato gli illeciti delle organizzazioni criminali che hanno rialzato la testa nelle loro attività illegali che vedono nella droga il mercato sempre più proficuo. Continuano martellanti le azioni di contrasto su tutti i fronti.
Palermo – I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno disarticolato due organizzazioni criminali radicate nei quartieri storici del capoluogo siciliano, ma con capacità di diramazioni in tutta la regione e nel resto del Bel Paese. L’operazione “Stele”, avviata all’alba di oggi, si è conclusa con 24 arresti in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, estorsione, tentata rapina, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, furto aggravato, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti e lesioni personali. Le due organizzazioni agivano con la benedizione di “cosa nostra”, a capo di una delle organizzazioni, che operavano nelle zone di Cruillas e nel territorio compreso tra Borgonuovo, San Giovanni Apostolo e Cep, c’erano Andrea Cintura che nonostante fosse in carcere gestiva la banda e il figlio Domenico. Il controllo dei quartieri Borgonuovo, Cep e Zen da parte dei Cintura era quasi totale, la famiglia stabiliva ad esempio chi poteva aprire attività commerciali, questi, ovviamente, ogni settimana dovevano pagare il pizzo – presentato sotto forma di contributo per la festa di quartiere – all’organizzazione criminale.
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Nel corso delle indagini, avviate nel 2017, i militari dell’Arma hanno documentato gli illeciti delle organizzazioni criminali. Tra questi risalta il furto perpetrato ai danni del cantiere per la realizzazione del giardino della memoria “Quarto Savona Quindici” costruito in occasione della ricorrenza del venticinquesimo anniversario della strage del 23 maggio 1992 e dedicato agli uomini della scorta del Giudice Giovanni Falcone. Uno sfregio ad un luogo simbolo della lotta alla mafia, da qui il nome dell’operazione effettuata dai carabinieri su disposizione di un coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dai sostituti procuratori Giorgia Spiri e Felice De Benedittis della Procura di Palermo.
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