ROMA – SGRAFFIGNATI ALLO STATO 18,5 MILIONI DI EURO IN TANGENTI E APPALTI TRUCCATI. MILITARI E CIVILI SORPRESI CON LE MAZZETTE IN MANO.

Corruzione, tangenti e appalti truccati con la complicità di imprenditori, pubblici ufficiali e militari. Una pericolosa comunella che ha sottratto allo Stato milioni e milioni di euro. Un sistema che permetteva alti profitti in danno dell'esercito con il presunto coinvolgimento di esponenti delle Forze dell'Ordine. Una bella schifezza all'italiana.

Roma – Un nuovo maxi-scandalo coinvolge la pubblica amministrazione e l’esercito.  Secondo quanto è emerso dalle indagini condotte dal Pip di Roma Tamara De Amicis, diversi imprenditori si aggiudicavano le gare per fornire alle forze armate infrastrutture, arredi, distintivi e materiale di buffetteria mentre altrettanti pubblici ufficiali “intascavano” mazzette pari al “10%” del fatturato oppure ottenevano vantaggi personali, come l’assunzione di parenti, amici e conoscenti. Insomma la solita cricca che lucrava sulle spese dello Stato con un sistema ben rodato e assai remunerativo.

Forniture per l’Esercito su cui lucrare.

Anzi una vera e propria prassi ormai ben consolidata, scrive in atti De Amicis che tramite le sue indagini ha fatto scattare 31 misure cautelari, per un totale di 64 indagati per i presunti appalti truccati nell’esercito italiano. Le contestazioni, a vario titolo, comprendono i reati di frode nelle forniture, corruzione e turbativa d’asta negli appalti. Coinvolti nello scandalo pare ci siano anche esponenti dell’Arma dei carabinieri, dell’Aeronautica militare e della Guardia di Finanza. Secondo le prime ricostruzioni il “bottino” sottratto allo Stato ammonterebbe a circa 18,5 milioni di euro. Numerose le uniformi grigio-verdi finite ai domiciliari tra cui anche un generale e un colonnello dell’Aeronautica in servizio all’aeroporto di Pratica di Mare.

Un generale e un colonnello in servizio presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare.

Nello specifico sono stati disposti gli arresti domiciliari per 7 persone, per 5 la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio mentre per altre 19 il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica amministrazione e di esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi di persone giuridiche e impresa.

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini,

Gli interessi degli indagati gravavano anche su settori molto delicati come le missioni dei militari italiani all’estero. Infatti uno degli ultimi presunti affari sporchi consumati dagli indagati riguardava proprio la fornitura di tende modulari a struttura pneumatica per le truppe in missione. L’appalto truccato pare fosse stato affidato tramite una “gara a procedura aperta” del valore di 9 milioni di euro.

Da alcune intercettazioni pare che gli indagati fossero soliti occultare i marchi “made in Cina” coprendoli con altri adesivi. Ancor più preoccupante se si pensa che alcuni di questi materiali, ovvero il loro eventuale malfunzionamento, avrebbero potuto metter a rischio l’incolumità dei militari in azione.

“…Sembra che non vi sia settore delle forze armate in cui pubblici ufficiali abbiano chiaro il valore della propria funzione – si legge ancora in atti – e con essa la Repubblica, mortificata dal contagio delle tangenti, consegnate dentro gli uffici o all’interno di un’automobile oppure davanti a un bar…”.

Puntuale e tombale è sembrato il ministro della difesa Lorenzo Guerini, il quale ha assicurato la massima collaborazione con gli organi di giustizia per venire a capo della gravissima questione.

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