Il nefasto vaticinio proviene dal Financial Times che ci mette in guardia e prevede altri rincari dei prezzi dovuti al prossimo aumento dei tassi d’interesse che attuerà la Banca Centrale Europea. Facciamo corna.
Roma – La “perfida Albione” ce l’ha con l’Italia? L’espressione “perfida Albione” viene utilizzata in modo dispregiativo per definire la Gran Bretagna. Albione è il nome antico, sembra di derivazione celtica. Generalmente si pensa che l’epiteto fu coniato da Benito Mussolini, ma, secondo le ultime ricerche storiche, la diffusione della celebre frase pare sia da attribuirsi al Marchese francese Agostino di Ximenes, autore alla fine del XVII secolo di un verso che così recitava: “Attacchiamo la perfida Albione nelle sue acque”.
Oggi la locuzione viene usata perlopiù in senso ironico, soprattutto in ambito calcistico. Ma potrebbe essere riutilizzata anche oggi, perché la Gran Bretagna non sembra mostrare tante simpatie per il Belpaese. Diciamo che questo sentimento si può far risalire sin dalla notte dei tempi ed è, sicuramente, reciproco. Ora cosa è successo di così clamoroso da dover risvegliare l’antico epiteto? Il Financial Times, la bibbia dei quotidiani economico-finanziari, ha osato indicare l’Italia come il Paese della zona euro che corre più rischi di svendere i propri titoli di Stato sui mercati finanziari. Non è l’opinione di un singolo autore, ma la considerazione di 9 economisti su 10 in un sondaggio effettuato dal giornale. È come aggiungere ulteriore angoscia a una situazione economica già molto critica.
L’Unione nazionale dei consumatori, per la crisi energetica, l’inflazione alle stelle e i rincari a dismisura, ha parlato di “bollette da infarto” e di una “Caporetto” vera e propria per le famiglie e le imprese italiane. Secondo il prestigioso quotidiano londinese, con l’aumento dei tassi d’interesse della BCE (Banca Centrale Europea), misura escogitata per rilanciare l’economia e frenare l’inflazione, l’Italia ha già subito una crescita degli oneri finanziari. La BCE – precisa il Financial Times -nei prossimi mesi dovrebbe ridurre il suo portafoglio obbligazionario, provocando altro possibile rialzo sui costi italiani. La classe politica nostrana non poteva restare indifferente a questa situazione. È in gioco l’onore della nazione. Più che l’onore, sono in gioco i nostri tanti… oneri che abbiamo, altroché!
Più che al Financial Times se la sono presa con la BCE. Ha iniziato il presidente del consiglio Giorgia Meloni (ci atteniamo alle sue preferenze di declinazione al maschile) che nella conferenza stampa di fine anno ha attaccato la Banca Centrale per la continua crescita dei tassi d’interesse che generano panico tra gli investitori e sul mercato. Poi si sono lanciati nella… pugna altri esponenti del governo contro la politica di Christine Lagarde, presidente della BCE. Il ministro degli Esteri, nonché vice presidente del consiglio, Antonio Tajani ha sfoderato gli… artigli evidenziando come l’aumento dei tassi d’interesse abbia provocato danni alla crescita economica, ai mercati e alle famiglie. In Europa stanno già “tremando… dalla paura” per queste dichiarazioni, che hanno provocato non altro che un timido solletico!
A parte queste “scaramucce dialettiche” il problema è serio e le preoccupazioni sono tante. È prevedibile che coi tassi in aumento, l’Italia pagherà il prezzo maggiore con un vistoso rallentamento della crescita e con le emissioni di debito che riprenderanno la loro corsa e con mezza Europa, secondo le previsioni, a rischio recessione. Ora trovarsi in mezzo a una… battaglia dialettica tra i politici nostrani e le istituzioni finanziarie internazionali non è una posizione comoda, né come consumatori né come cittadini. Si rischia di essere trafitti da una gragnuola di parole e di numeri, che sembrano lasciare il tempo che trovano. Perché, alla fine, anche i dati numerici, che dovrebbero avere il dono dell’oggettività, se li raccontano e interpretano come meglio credono, in mano ora agli uni, ora agli altri.
E noi restiamo inermi, piegati come giunchi, in attesa che passi la buriana!