Pensano a Ius scholae e cannabis mentre l’Italia affonda nell’indigenza

La politica non può, e non deve, fare finta di nulla. Mentre la criminalità dilaga la povera gente muore di fame. Gli sbarchi di clandestini sono ripresi alla grande e siamo nella totale impossibilità di assisterli. I prezzi sono fuori controllo e la famosa ripartenza promessa da Draghi è svanita nel nulla. Mentre il liberi tutti sul Covid lo pagheremo in autunno. Come i maggiori costi delle bollette.

Roma – Il governo ancora traballa ed a minare la stabilità dell’esecutivo in questi giorni è anche la Lega. Soprattutto sui temi dei diritti civili. Ma è davvero realistico pensare che su Ius scholae e cannabis si rischia davvero la crisi? Le posizioni in campo sono diverse, così come le sensibilità all’interno dei partiti.

Matteo Salvini – Lega

Lo Ius scholae, cioè la cittadinanza ai bambini arrivati in Italia prima dei 12 anni e figli di immigrati regolari residenti in Italia che hanno compiuto un ciclo di studi di almeno cinque anni, nonché la cannabis, ossia la coltivazione, a solo uso domestico e terapeutico, sono diventate, improvvisamente, materia di scontro politico fuori e all’interno della maggioranza di governo.

Il premier per smorzare la tensione tra i partiti, durante la conferenza stampa, convocata per rispondere alle accuse di Conte sui suoi presunti messaggi con Beppe Grillo, ha dovuto specificare che “sono proposte di iniziativa parlamentare. Il governo, su di esse, non prende posizione e quindi io non le commento” – ha sostenuto Draghi.

Così l’ex presidente della Bce si è lavato le mani, come Pilato, lasciando i partiti privi di alcuna copertura politica.

Ius scholae: la cittadinanza ai bambini arrivati in Italia prima dei 12 anni

Nel dissidio tra lega e Pd, si strofina le mani Giorgia Meloni, protagonista dell’ennesimo scontro a distanza proprio con Letta: “Se vuoi cannabis e ius scholae abbi il coraggio di andare a elezioni e chiederlo agli italiani”.

Ma a rinfocolare la polemica sono i dem che hanno scovato dichiarazioni di anni fa della Meloni che si diceva favorevole allo ius scholae, ma la leader della destra controreplica affermando che lo chiedeva dopo un intero ciclo di studi di 10 anni e non di cinque, come è nella proposta attuale, firmata dal 5S Brescia.

Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia

Resta, in ogni caso, l’atteggiamento ostruzionistico e battagliero della Lega che ha annunciato di aver già depositato 1500 emendamenti. Insomma, in aula sarà battaglia. Attualmente gli stranieri possono chiedere la “cittadinanza per naturalizzazione” solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano.

I loro figli, invece, devono aspettare il compimento della maggiore età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente in Italia dalla nascita. Però le cronache degli ultimi anni sono zeppe di casi paradossali, compresi quelli di atleti in erba con primati internazionali, che non possono gareggiare per le Nazionali azzurre di categoria perché ancora non cittadini, benché nati e cresciuti in Italia.

La nuova proposta, invece, prevede un quinquennio di scuola per diventare italiani. Il provvedimento, com’è noto, poggia su un articolo cardine, quello che consente l’acquisizione della cittadinanza italiana per il minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese.

Ma a una condizione: avere frequentato regolarmente, per almeno cinque anni, nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Alunni stranieri in Italia

L’augurio è che le ragioni e la realtà prevalgano rispetto ai dibattiti ideologici, per il bene non solo di chi aspetta questa legge ma anche dell’Italia che è uno dei Paesi più longevi. Sbagliato mettere in contraddizione questa legge con altre priorità, d’altronde se ne parla da circa vent’anni.

La realtà, nuda e cruda, è che un milione e quattrocentomila ragazzi, dei quali 900 mila alunni delle nostre scuole, aspettano di essere cittadini italiani. La politica deve solo prendere atto di tali fatti.

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