Dal Green-pass all’Election-pass. Che spass!

La politica tenta affannosamente di arginare l’astensionismo. Un trend europeo che spaventa ed inquieta i leader dei partiti. Invece di pensare alla coesione di tutti gli italiani come appartenenti ad un’unica grande famiglia, i nostri onorevoli pensano solo a modificare le abitudini elettorali. La bieca strategia non servirà a ricreare quell’entusiasmo dei tempi che furono indispensabile per indurre l’elettore al voto.

Roma – Prove tecniche di elezioni: la situazione volge al cattivo tempo. La proposta della Commissione sull’astensionismo, istituita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, riguarda la possibilità di votare nei giorni precedenti l’election day, in qualunque parte d’Italia, negli uffici postali o comunali.

Condizione necessaria per il voto anticipato presidiato consiste nell’introduzione del certificato elettorale digitale, una sorta di “election pass”, in sostituzione delle tessere elettorali cartacee, utilizzando la tecnologia sperimentata con il Green pass. La scheda sarebbe inserita poi in apposita busta e spedita al seggio naturale. Questa la brillante idea.

Federico D’Incà

L’election pass potrà essere scaricato sul proprio smartphone o stampato e sarà verificato in tempo reale nel seggio attraverso una apposita app. Oltre a questo la Commissione suggerisce di concentrare le date di voto, con due appuntamenti elettorali all’anno predeterminati, uno in primavera e uno in autunno.

La sensazione è che ancora non si siano compresi i veri motivi che determinano i grandi numeri dell’astensionismo. Le cause sono molteplici e almeno in parte comuni alle grandi democrazie, come la fine delle ideologie del ‘900, la disaffezione dovuta alla crisi economica iniziata nel 2007-2008 e la conseguente nascita di partiti populisti e anti-sistema in tutta Europa.

Purtroppo in questi anni si è riflettuto poco o niente su come contrastare il fenomeno, almeno per quanto riguarda il cosiddetto “astensionismo involontario”, ossia quella fascia di elettori che non votano per impedimenti vari o per scelta politica. Ma con una politica come questa non è forse normale una completa disaffezione al sistema?

Questo il motivo per cui a colmare il vuoto profondo è intervenuta la Commissione istituita dal ministro pentastellato per i Rapporti con il Parlamento e coordinata dal professor Franco Bassanini. Dai primi approcci è emerso che l’area dei non votanti involontari è molto ampia, circa 9 milioni di persone. Il fenomeno, invece, che dovrebbe interessare maggiormente l’intera classe politica è “l’astensionismo volontario”, in cui la protesta è stimata in circa il 15-20% degli elettori, mentre quella di indifferenza in circa il 10-15%.

Si è vicini a circa il 35 – 40% degli elettori irriducibili, stanchi di chiacchere, liti, menzogne, interessi privati, scandali, corruzione, connivenze, complicità, incongruenze e dell’insensibilità al disagio sociale imperante. E’ evidente che quest’ultima percentuale è una componente dell’astensionismo difficilmente riducibile mediante misure e strumenti di promozione della partecipazione elettorale di carattere istituzionale, utili invece nel caso dell’astensionismo involontario.

Il nuovo sistema di voto funzionerà? Pensare di ricucire il rapporto con gli italiani nemmeno a parlarne

Un vero problema, di cui si parla solamente quando si avvicina l’apertura delle urne, ma che sino ad oggi non è servito ad invertire la marcia di progressione politica. Non ci sono “salvatori della patria” in assoluto ma soltanto maggiori competenze che possono mettersi al servizio del Paese. In pratica quel plus che sino ad oggi è mancato, in quanto è rimasta latitante la visione generale della realtà, Fra gli scranni si è lavorato senza progetti né programmazione ma alla giornata con spot e bonus, utili nell’emergenza ma nell’ordinario si è ripiombati nelle pastoie burocratiche dell’indifferenza e della sofferenza.

Quelle della Commissione sono naturalmente proposte che solo il legislatore può tradurre in legge e pare che i partiti siano d’accordo. D’altra parte l’astensionismo che in passato colpiva maggiormente i partiti del centrodestra adesso colpisce trasversalmente tutti. Sinistra compresa. La proposta, almeno in via sperimentale, potrebbe essere applicata a partire dalle prossime elezioni.

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