5 Stelle, chi resta? Il j’accuse di Giarrusso

Gli attriti che da tempo logorano la coesione dei partiti hanno portato all’ennesimo abbandono, con tanto di recriminazioni. Questa volta è toccato ai pentastellati, che perdono il supporto di Dino Giarrusso. Chi sarà il prossimo? Si accettano scommesse.

Roma – Il Movimento si sfalda e continua a perdere pezzi. Stavolta è toccato all’europarlamentare Dino Giarrusso abbandonare il partito di Conte senza però dimettersi dall’incarico. Al contrario di quanto ha sempre suggerito di fare a chi negli anni non condivideva il percorso stellato. Il copione è sempre lo stesso. “…Non sono io che lascio il M5S, ma è quest’ultimo che ha perso i suoi valori, rimanendo in un esecutivo che non ci rispetta e che ha visto morire i valori del movimento…”. Le motivazioni non si sono fatte attendere.

Beppe Grillo
Il MoVimento non è più quello di una volta…

“…Fatico a capire perché dobbiamo stare in questo governo – afferma l’ex iena faccio un esempio: noi abbiamo dato vita al Superbonus, una misura che ha rivitalizzato l’economia, in Europa lodata da von der Leyen, ma Draghi viene a Strasburgo e ne parla malissimo. Come facciamo a farci rispettare così..?”.

Sono tante le accuse che Giarrusso muove a quello che è stato il suo partito. Fra queste quella di essere stato silenziato, anche se abbastanza presente nei vari programmi televisivi, con un veto nei suoi confronti posto da Conte. Il principio stabilito dall’ex avvocato del popolo è erga omnes, cioè esteso a tutti gli onorevoli, esclusi i suoi vice e chi ha incarichi parlamentari.

vignetta satirica Giuseppe Conte

Viene contestata proprio la regola codificata e poi modificata di non andare in alcuna trasmissione televisiva, soprattutto agli esordi grillini, imposta da Grillo e Casaleggio. È trascorsa un’era geologica da allora e ancora oggi risulta un principio indigesto, ampiamente dibattuto tra i grillini. Sembrava superato ma a ben vedere è adottato da quasi tutti i partiti, anche se con regole diverse imposte dai leader dei diversi schieramenti.

Ognuno è libero di determinarsi come crede, nessun giudizio s’intende esprimere, ma la percezione è ben diversa dal racconto del deputato europeo. Adesso nelle intenzioni del dimissionario c’è l’intenzione di fondare un nuovo soggetto politico in tandem con l’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca. Probabile la sua discesa in campo anche alle elezioni regionali siciliane e, chissà, la sua candidatura a presidente.

Dino Giarrusso, Cateno De Luca, Federico Basile, Ismaele La Vardera
Dino Giarrusso a Messina sostiene Federico Basile, candidato di Cateno De Luca

È chiaro che il partito pentastellato ha subito varie evoluzioni e si è nel tempo modificato radicalmente. Pertanto è lecito affermare che, essendo cambiati in corsa i principi fondanti del M5s, adesso ci si ritrova in un contesto opposto per mentalità, programmi, valori e regole. Prima il movimento era visto come un fenomeno alieno. Adesso invece l’omologazione é più che palese.

Sta infatti per cadere l’ultimo baluardo di intransigenza, sul quale il movimento si basava per differenziarsi dagli altri. Si parla di abolire il limite del secondo mandato con l’artificio di liste parallele a sostegno del candidato presidente. Un modo per eludere quelle regole che dovevano applicarsi senza alcuna distinzione, per mantenere la credibilità e favorire il ricambio generazionale.

Ora si pensa a preservare un posto privilegiato che non s’intende abbandonare, se non costretti dalla riforma approvata che riduce il numero dei parlamentari alla Camera ed al Senato. Sono tornati sulla terra, comuni mortali come tutti.

vignetta poltrone

Nonostante tutto l’ex iena di Italia 1 mantiene inalterata la stima per Conte. Pur essendo stata una scelta sofferta e dolorosa, nulla vuole togliere ai meriti dell’ex premier, che definisce “il migliore degli ultimi 20 anni”. Però l’attuale leader del M5s, dopo avere saputo attraverso un annuncio televisivo del suo addio, ritiene che sia doveroso e coerente che Giarrusso lasci l’incarico di europarlamentare.

D’altronde “…Diverse volte – afferma Conte l’ho incontrato e non ha fatto altro che chiedermi poltrone ed incarichi… noi subiamo già attacchi dall’esterno e non c’è bisogno di chi attacca dall’interno...”. Chiaramente l’interessato ha subito smentito di avere fatto richieste personali. Il rischio è che da semplici dichiarazioni si possa passare ad azioni rischiose per la stabilità di un governo già abbastanza traballante.

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