La volpe “dipendente” del noto lanificio

L’animale selvatico si trova bene ed è circondato da affetto e premure. Ormai è diventato stanziale all’interno dell’azienda e dorme con i guardiani oppure li accompagna durante i loro giri di vigilanza. La volpe è protetta e ormai vive in territori fortemente antropizzati. Una bella storia che speriamo duri nel tempo.

In questo fottutissimo mondo, da qualunque parte ci voltiamo non vediamo che totale desolazione. Basta scorrere i fatti di cronaca degli ultimi tempi per confermare questa sensazione. Tutto sta andando alla malora sia a livello nazionale, con la crisi che ci sta attanagliando in una morsa letale, che globale con tutti i misfatti che stanno succedendo in Afghanistan, tanto per citare il dramma più recente.

Occasioni per vivere situazioni che possano suscitarci un sorriso sono talmente poche che quando capitano bisogna avere la capacità di tesaurizzarle e tenerne vivo il ricordo. Perché il momento che concilia con sé stessi e col mondo è così rapido che vola via in un battibaleno.

Quasi un miracolo di madre Natura, si potrebbe affermare nel nostro caso. Ecco di cosa si tratta. All’interno del Lanificio Fratelli Cerruti 1881 a Biella si è presentato un nuovo ospite davvero inaspettato: un bell’esemplare di volpe rossa.

L’animale si è presentato “tomo tomo, cacchio cacchio“, per utilizzare una terminologia cara al grande Principe della risata, Antonio de Curtis, in arte Totò. La locuzione letteralmente significa “se ne venne zitto zitto“. Il termine cacchio vuol dire “insolente, sfacciato, sfrontato“. Totò l’aveva utilizzata insieme alla superflua espressione tomo tomo, che in realtà ha lo stesso significato di cacchio cacchio, ma di minore incisività.

La new entry ha legato un po’ con tutti, sentendosi subito a suo agio nell’ambiente, tanto da diventare la mascotte dell’azienda. Ormai lo storico lanificio si è trasformato nella sua nuova tana. La volpe è stata avvistata dal responsabile dell’azienda, Enrico Correale, che ha raccontato la vicenda:

“…Lo scorso anno nel mese di ottobre, su segnalazione di una delle guardie notturne – ha detto Correale – ho seguito le tracce di una volpe che si era vista aggirarsi, alle prime luci dell’alba e a notte fonda, per la strada interna dello stabilimento in cui lavoro. Un pomeriggio ho avuto la fortuna di vederla nel terrapieno che sovrasta la fabbrica. L’ho avvicinata e sono riuscito a fotografarla e filmarla con il mio telefono. Le ho dato da mangiare qualche biscotto e sono riuscito a farle una piccola carezza tra le orecchie. Tutte le maestranze sono state avvisate della presenza di un… nuovo collega, con la raccomandazione di non disturbarlo e non avvicinarsi, di lasciarlo riposare in pace. Nessuno si è opposto, anzi, tutti hanno fatto in modo di rendergli quando più piacevole possibile il soggiorno…”.

Il dirigente dell’azienda, da appassionato della natura, è riuscito a capire che si tratta di un esemplare maschio, in buona salute e molto socievole per la sua specie: l’animale, infatti, non ha paura degli umani e si avvicina molto a loro, spesso per mangiare ciò che i dipendenti gli lasciano, ed è solito dormire davanti alla portineria oppure girare con i guardiani notturni nel giro di ronda.

Inoltre la volpe è stata avvistata mentre passeggiava tranquillamente in direzione di Biella. Per questo motivo il Enrico Correale ha ipotizzato che l’animale si sia avvicinata agli esseri umani in quanto desiderosa di affetto e compagnia:

“…Il mio post su FB ha suscitato anche diverse polemiche per aver avvicinato un animale selvatico ed averlo nutrito – ha aggiunto il dipendente – pur sapendo che non è un comportamento corretto permettere ad una volpe di avvicinarsi a noi. Comunque ho stabilito un tacito accordo: tutti coloro che la vedono, devono farlo da lontano senza disturbare l’animale…”.

Proprio un’ospite d’eccezione che ha fatto visita a questo antico lanificio. I dipendenti dell’azienda si danno un gran da fare per proteggere e tutelare la volpe, facendola vivere in un ambiente il più tranquillo possibile. Anche perché è stata considerata una specie a rischio dalla IUNC, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, organizzazione non governativa internazionale. Sarebbe un vero peccato.      

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