Vogliamo la verità sulla sua morte

I genitori della ragazza chiedono giustizia senza puntare il dito su nessuno. Ma se ci sono responsabilità è giusto che i responsabili vengano puniti. La vittima avrebbe contratto l’influenza suina che con altra infezione batterica avrebbe causato il decesso. Dove sarebbe avvenuto il contagio? In ospedale o altrove? Due le inchieste, quella della locale Procura e l’altra affidata dal ministero della Salute ai suoi ispettori.

Perugia – Entra in ospedale con una grave crisi respiratoria e muore nel giro di 36 ore. Maria Elia, studentessa di 17 anni, era stata ricoverata presso l’ospedale perugino di Santa Maria della Misericordia nella notte tra il 25 e il 26 marzo scorsi con un quadro clinico importante: crisi respiratoria acuta, immunodepressione e globuli bianchi praticamente assenti.

Maria Elia

La ragazza sarebbe stata soccorsa dai medici di turno come da protocollo ovvero praticando la ventilazione meccanica, farmaci antivirali e ben sette tipologie di antibiotici. Maria peggiorava di ora in ora e, nonostante la terapia, non avrebbe risposto alle terapie e sarebbe infine deceduta per una polmonite bilaterale fulminante causata da un’influenza di tipo A e da uno stafilococco meticillino-resistente.

I sanitari riferivano alla famiglia che la diagnosi poteva essere attribuibile ad un’infezione da influenza suina, in particolare del ceppo H1N1. Successivamente sarebbe stato isolato un altro ceppo, il H3N2, ma la profilassi da applicare alla paziente sarebbe stata la stessa.

Maria Elia aveva accusato disturbi alcuni giorni prima del ricovero. Disturbi tipici dell’influenza che tendevano a diventare sempre più marcati sino alla comparsa di un eritema su un braccio. Le immagini del rossore diffuso nell’arto superiore erano state inviate al medico di famiglia tramite Whatsapp ma, secondo le dichiarazioni del padre della vittima, Gennaro Elia, il sanitario di base avrebbe prescritto soltanto tachipirina e un tampone antiCovid, poi risultato negativo.

Dopo un giorno e poco più Maria Elia veniva ricoverata nelle condizioni di salute prima descritte ma pare che dall’inizio dei primi sintomi sino al ricovero, sempre a detta della famiglia, non sarebbe stata visitata da un medico in presenza e men che meno auscultata dai camici bianchi ospedalieri che l’avevano in carico. I genitori di Maria Elia, senza accusare nessuno, vogliono sapere che cosa è realmente accaduto e di che cosa è morta quella figlia brava, solare e generosa che nessuno potrà mai più restituirgli.

Il papà della vittima, Gennaro Elia

Il 31 marzo scorso uno staff di medici legali ha eseguito l’autopsia. Pare che l’exitus potrebbe essere stato causato da un virus influenzale di concerto con la presenza di stafilococco. Quest’ultimo è un batterio che comunemente vive sulla pelle, nel naso, nella gola e nell’intestino senza creare problemi. In condizioni particolari tali batteri possono penetrare nell’organismo umano e sviluppare infezioni a volte leggere, altre così gravi da mettere a repentaglio la vita:

”…Ai genitori – dice l’avvocato Antonio Cozza che con il collega Nicodemo Gentile assistono la famiglia della vittima – hanno detto che si trattava di influenza suina…”. In buona sostanza i bronchi della giovane, già messi a dura prova dall’influenza suina, sono stati poi aggrediti dal batterio che non ha lasciato scampo alla povera studentessa. La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, e nel contempo è stata eseguita l’autopsia. Per altro sembra che il virus influenzale dell’uomo e quello dei suini siano così simili tra di loro da permettere il contagio tra specie:

L’avvocato Antonio Cozza

”…In merito alla giovane paziente di 17 anni deceduta lo scorso 27 marzo al Santa Maria della Misericordia, la direzione dell’Azienda ospedaliera – ha annunciato l’ufficio stampa dell’ente – in attesa della conferma delle cause del decesso a seguito di esame autoptico, ha verificato l’iter diagnostico terapeutico intrapreso dai sanitari… Dalle prime verifiche risulta che la giovane paziente, dopo essere stata tempestivamente sottoposta in pronto soccorso ai necessari accertamenti diagnostici e alle cure del caso, presentava condizioni che necessitavano dell’immediato ricovero nel reparto di Terapia Intensiva.  Nonostante le cure intensive garantite dai sanitari, il successivo decorso clinico è stato così repentino da condurla al decesso in meno di 48 ore. La Direzione ospedaliera, anche a nome di tutti i professionisti, ha espresso le più sentite condoglianze alla famiglia…”.

I funerali della povera studentessa

I funerali si sono svolti a Ponte San Giovanni alla presenza di numerosi cittadini e delle autorità locali: ”Vogliamo solo sapere la verità – ha detto papà Gennaro – se questa porterà alla luce responsabilità da parte di qualcuno, chiediamo giustizia…”.

Lo scorso 6 aprile sarebbero giunti in ospedale gli ispettori ministeriali per prendere visione della cartella clinica e per passare al setaccio le ultime 36 ore di vita della povera ragazza.

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