Un cambiamento radicale nei trasporti: nel Pnrr l’investimento da 40 milioni di euro e altri 17 del Fondo complementare.
Roma – La mobilità urbana del futuro non potrà che essere digitale. Nei prossimi anni, tra le tante questioni che l’Unione Europea (UE) dovrà affrontare, i trasporti hanno un ruolo prioritario all’interno della “transizione digitale ed ambientale”. Già da tempo non si parla d’altro che di “smart city” (città intelligente) che dovrebbe integrare tecnologie digitali nelle proprie reti, servizi e infrastrutture per diventare più efficiente e vivibile a beneficio degli abitanti e delle imprese. Di questi aspetti si è parlato nel convegno “Innovazione in movimento – MaaS4Italy per la mobilità del futuro” svoltosi lo scorso 26 marzo presso le Officine grandi riparazioni di Torino, col coordinamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale.
L’acronimo MaaS (Mobility as a service) descrive un nuovo modo di spostarsi che, al concetto di proprietà personale del mezzo, sostituisce il concetto di mobilità condivisa, intesa come servizio di cui usufruire a seconda delle necessità. Lo scopo è l’integrazione su un unico canale digitale delle varie modalità di trasporto pubblico e privato affinché l’utente possa pianificare il proprio viaggio. Un cambiamento radicale nell’ambito dei trasporti e della mobilità, incentivato dalla panacea di tutti i problemi: il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con la notevole cifra di 40 milioni di euro e 17 del Fondo complementare. La fruizione sarà, dunque, flessibile e a richiesta, per garantire varie alternative di viaggio, dalla più celere alla più parsimoniosa ed, infine, alla più ecologica.
L’idea è di mettere al centro del trasporto sia gli utenti che le merci e i servizi, in modo da proporre offerte di mobilità che rispondano ai rispettivi bisogni. Così, non sarà più necessario scaricare diverse piattaforme per accedere al servizio, ma se ne utilizzerà una sola con possibilità di personalizzare il viaggio. Questa sorta di novello demiurgo platonico, tanto da essere considerato, se funziona, un ecosistema, può produrre vantaggi ai cittadini, agli operatori e alla pubblica amministrazione. Il progetto sta avendo risultati lusinghieri in Finlandia, dove si sta imponendo l’idea di mobilità come servizio, al punto da avere un ruolo chiave nelle politiche nazionali di trasporto.
Inoltre “Maas Finland” sia sta affermando pure come intermediario tra utenti, fornitori di servizi di mobilità e terze parti. L’obiettivo dell’UE è la creazione di un singolo mercato europeo interconnesso. In Italia si è, ancora, in una fase sperimentale con l’individuazione di tre città “pilota”: Milano, Roma e Napoli. Poi, la proposta è stata estesa a Bari, Firenze e Torino. Infine, la scelta è caduta su 7 territori per garantire l’esperienza di viaggio tra città, Regioni e territori diversi. Si tratta della Provincia autonoma di Bolzano, Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia e Veneto. La città di Torino sembra essere più avanti dal punto di vista del Maas. Infatti, è stata attuata la prenotazione dei trasporti su un’app con un solo biglietto e col sistema di viaggio integrato.
Si è solo all’inizio del percorso ed il cammino è ancora lungo. La necessità prioritaria è che ci sia su tutto il territorio nazionale una rete di connessione omogenea. Col 5G, l’insieme di tecnologie di telefonia mobile e cellulare che rappresentano la quinta generazione più evoluta delle precedenti, le istituzioni sono convinte che miglioreranno i servizi digitali nelle aree locali e permetteranno la ripresa economica e sociale. La realtà è, come sempre, più prosaica delle intenzioni e ci racconta tutt’altro. Ovvero che basta attraversare una galleria quando si viaggia in treno e se si è al telefono e la connessione va e viene. Per non parlare quando ci si trova in qualche paesino di montagna, dove è “peggio che andar di notte”, la connessione ce la si può dimenticare. Ma anche all’interno delle stesse aree territoriali sussiste il divario: in quelle periferiche si è cittadini di serie b. E si parla di ripresa economica e sociale, ma di che?