La donna, che ha subito anche un Tso considerate le sue precarie condizioni di salute e psicologiche, viveva in un ambienta degradato assieme all'anziana madre e ad altri animali tenuti al limite della sopravvivenza tra escrementi e sporcizia.
Valsamoggia – Una tartaruga, galli, galline, 11 gatti e 24 cani sono stati ritrovati dalle guardie zoofile dell‘Oipa di Bologna e dalla polizia locale di Valsamoggia in condizioni igienico sanitarie a dir poco fatiscenti e rinchiusi in due appartamenti, infestati da topi, a Bazzano e Savigno, in provincia di Bologna. Inoltre ad aggiungere una nota macabra alla vicenda è stato il rinvenimento, sia in un congelatore che in frigo, di una trentina di carcasse di cani e gatti. A tal proposito Paolo Venturi, coordinatore regionale delle guardie zoofile ha dichiarato:”…Ci auguriamo solo che i cadaveri di cani e gatti siano stati messi in frigo post mortem…”. Ce lo auguriamo anche noi ma non è finita.
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La proprietaria degli immobili, una signora di 58 anni che vive insieme alla madre ultraottantenne, sarebbe stata tenuta sotto controllo dal Comune e dall’Oipa, a seguito delle ripetute lamentele e segnalazioni da parte dei vicini per il degrado e l’emanazione di cattivi odori. La cinquantottenne, che ha sempre mostrato resistenza a qualsiasi intervento da parte delle forze dell’ordine, è stata denunciata per maltrattamento di animali. Considerate le sue condizioni di salute è stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e ricoverata presso l’ospedale di San Giovanni in Persiceto.
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Il blitz della Municipale e delle guardie dell’Oipa, in collaborazione col servizio veterinario ASL, è stato reso possibile a seguito di un mandato emesso dalla Procura di Bologna. In entrambi gli alloggi sono avvenute ispezioni da parte dell’igiene pubblica e, con l’aiuto dei vigili del fuoco, sono state chiuse in via precauzionale tutte le utenze. Prima di questo intervento ne era stato effettuato un altro, nel maggio scorso, dalla Polizia locale nell’abitazione di Savigno, durante il quale era stato sequestrato un animale per presunti maltrattamenti, a questo sopralluogo ispettivo seguiva un secondo tentativo di accertamento nel luglio scorso:
“...L’amministrazione comunale di Valsamoggia – ha specificato il sindaco Daniele Ruscigno – ha stanziato, con un provvedimento d’urgenza, la somma di 10 mila euro per far fronte alle prime spese, su cui il Comune si rivarrà verso la proprietaria attraverso le sedi giudiziarie competenti…”.
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I gatti ritrovati hanno trovato alloggio momentaneo presso l’oasi felina di Valsamoggia, mentre i cani sono stati trasferiti nei rifugi di Valsamoggia, Calderara di Reno e Trebbo di Reno. Ruscigno ha anche rivolto un invito ai cittadini per dare una famiglia a cani e gatti tratti in salvo: ”...Appena sarà possibile faremo un appello a tutti – ha aggiunto il primo cittadino – affinché si adoperino per l’affido di questi animali che sono mediamente giovani. Speriamo veramente anche nel buon cuore delle persone affinché possano prendersene cura e far trovare loro una casa in cui continuare la loro vita…”.
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Il più delle volte, dietro a questa sorta di accumulo seriale di animali, si nasconde un vero e proprio disturbo definito dagli americani “animal hoarding “, conosciuto anche da noi come”sindrome di Noè”. Un fenomeno che assomiglia a quello dell’accumulatore di oggetti e relativamente facile da nascondere, considerando il fatto che coinvolge persone che vivono in una situazione di grave isolamento sociale. La patologia, studiata e scoperta per la prima volta negli anni Ottanta dal veterinario ed epidemiologo statunitense Gary Patronek, è stata descritta dettagliatamente in una sua ricerca del 1999, intitolata”Hoarding of animals: an under-recognized public health problem in a difficult to study population”.
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Dai risultati, è emerso che i bersagli dell’accumulatore sarebbero principalmente i gatti, seguiti dai cani, mentre solo piccoli numeri riguarderebbero animali da fattoria o esotici. Su 54 accumulatori, il 76% era rappresentato da donne, quasi il 50% superava i 60 anni e più del 70% delle persone vivevano da sole. Per ogni caso di accumulo, la media degli animali detenuti era 39 e in quattro situazioni più gravi si sono registrati più di 100 animali per caso. Alla base di questa tipologia particolare di accumulo ci sarebbe una frenesia d’aiuto e di comportamenti additivi senza limiti che culminano con l’oblio della realtà e dei bisogni vitali da soddisfare. Gli animali domestici non esistono più realmente ma verrebbero inglobati in questo sistema delirante di accumulazione e finiscono con l’essere pezzi inanimati di una macabra collezione. Vittime innocenti di menti umane malate.
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