Il Piano Vaccinale deve andare avanti con prodotti sicuri e di provata efficacia. Nel frattempo è indispensabile osservare le restrizioni e indossare sempre le mascherine in luoghi chiusi.
Alla fine avevano ragione i cosiddetti cospirazionisti, almeno per questa volta? Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
È di queste ore l’annuncio che nel foglietto illustrativo del vaccino anti Covid di AstraZeneca verrà aggiunto un nuovo effetto collaterale, ossia la formazione di trombi associata a calo di piastrine, che pare possa colpire in special modo le donne sotto i 55 anni.
Attenzione, non si sta dicendo che chiunque faccia il vaccino AstraZeneca sarà automaticamente colpito da trombosi, ma le autorità di farmacovigilanza presteranno attenzione ad ogni segnalazione e saranno svolti esami per capire eventuali legami tra questi casi e il vaccino.
Chi è di per sé a rischio trombosi deve invece prestare attenzione: le autorità sanitarie, in questi determinati casi, sconsigliano assunzione di farmaci anticoagulanti.
Lidia Rota Vender, presidente dell’Associazione per la lotta alla Trombosi, spiega: “E’ necessario monitorare con attenzione eventuali sintomi nei giorni successivi al vaccino”.
Tali sintomi sono quelli di qualsiasi normale forma di trombosi.
“Mal di testa molto forte che assomiglia a una cuffia che comprime il capo e non passa con i farmaci antinfiammatori – dice ancora Rota Vender – problemi improvvisi alla vista, gonfiore o pesantezza agli arti”.
Qualora si manifestassero tali segnali, essi vanno immediatamente segnalati al medico di base, spiegando che si è stati immunizzati.
Dunque mentre l’Ema dice che il vaccino AstraZeneca è completamente sicuro e la Francia ha già ripreso la somministrazione delle dosi, è la stessa azienda farmaceutica ad ammettere questo nuovo – e non trascurabile – possibile effetto collaterale.
“I benefici sono superiori ai rischi. Il vaccino non è legato al rischio di trombosi”, ha affermato la direttrice dell’Agenzia Europea del Farmaco, Emer Cooke.
Allora che ci fa la trombosi nei potenziali effetti collaterali?
In quello che sembra uno strano stato confusionale, la Cooke poi aggiusta il tiro:
“Sulla base delle evidenze disponibili e dopo giorni di analisi approfondita dei report clinici dei risultati in laboratorio, delle autopsie e di ulteriori informazioni dagli studi clinici, non possiamo ancora escludere definitivamente un legame tra questi casi rari di trombosi e il vaccino”.
Casi rari, è vero, ma comunque vite umane. Ribadiamolo sempre: non siamo né numeri, né cavie.
Sabine Straus, presidente del comitato per la farmacovigilanza ha poi concluso che fino al giorno 17 marzo gli eventi sospetti di trombosi cerebrali riscontrati dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca “sono stati 7 in Germania, 3 in Italia, 2 in Norvegia, 1 in Spagna, 2 in India e altri 3 nel Regno Unito”, aggiungendo infine: “approfondiremo ulteriormente”, riferendosi ad ogni evento sospetto.
Saggia decisione, sia per la salute collettiva che per una questione di etica. Nel frattempo diverse Procure italiane continuano le indagini per scoprire eventuali nessi relazionali fra la morte di numerosi vaccinati e la somministrazione del siero.
Attraversiamo un periodo delicatissimo e non possiamo correre il rischio di vedere sfumata anche la fiducia del popolo verso coloro che dovrebbero tutelarci. Ad ogni buon conto il piano vaccinale italiano prosegue la sua corsa nonostante scarseggi la materia prima.
Cosi facendo, per altro, rischieremmo di non uscire più da questo circolo vizioso e asfissiante in cui, pur di non ammettere eventuali errori, si tende a giocare con la credibilità di un intero settore quale l’industria farmaceutica.
Settore che, concedetecelo, ultimamente non colleziona figure bellissime.
Ti potrebbe interessare anche —->>
PIATTO RICCO MI CI FICCO: LE NUOVE-VECCHIE STRATEGIE DELLA ‘NDRANGHETA IN LOMBARDIA.