La vittima era nota alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali. Stava scontando ai domiciliari una condanna per usura ed estorsione. L’omicidio, una vera e propria esecuzione probabilmente studiata a tavolino, si è consumata in pieno giorno su una strada di campagna a poca distanza dall’abitazione del pregiudicato.
Soriano nel Cimino – Uno sgarbo nel giro dell’usura e delle estorsioni alla base dell’omicidio di Salvatore Bramucci, 58 anni, morto ammazzato a colpi di pistola lo scorso 7 agosto a poche decine di metri da casa? Le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi, sono ancora aperte e non escludono alcuna pista, nemmeno quella di un “cliente” che avrebbe cosi estinto il proprio debito nei confronti del presunto cravattaro.
La vittima, originaria di Civitavecchia, e deceduta a seguito di un vero e proprio agguato, in stile camorristico, consumatosi in località Madonna di Loreto. L’uomo, a bordo della propria auto, pare si trovasse fermo su una strada di campagna intorno alle 8 del mattino.
Il killer, accompagnato probabilmente da un complice, si sarebbe avvicinato all’auto e avrebbe sparato quattro colpi di revolver a distanza ravvicinata di cui uno, quello mortale, avrebbe centrato la vittima alla testa, attraversando il parabrezza, senza lasciarle scampo. Il presunto commando si sarebbe dileguato forse a bordo di una moto, stante le tracce di pneumatici ritrovate in zona, e avrebbe fatto perdere le proprie tracce raggiungendo la vicina provinciale che porta alla superstrada per Viterbo.
In attesa del referto dell’esame necroscopico, già effettuato, e che potrà chiarire quale proiettile ha provocato il decesso dell’uomo, il calibro, l’arma utilizzata (forse una pistola a tamburo atteso che non sarebbero stati repertati bossoli) ed altri particolari importanti, l’inchiesta procede in direzione dei precedenti penali della vittima.
Bramucci stava scontando ai domiciliari una condanna del 2021 patteggiata a 3 anni e 4 mesi per prestiti ad usura ed estorsioni dopo l’arresto da parte degli agenti della Squadra Mobile di Viterbo. Dal 2010 al 2015, infatti, Bramucci con la complicità di un ex agente di polizia penitenziaria, che da cliente era diventato suo complice, aveva messo su un cospicuo giro d’affari loschi nel settore dei prestiti di denaro a strozzo.
L’uomo aveva il permesso di uscire per 6 ore al giorno ai fini di accudire i suoi cani che si trovavano in un podere poco distante dalla sua abitazione. Bramucci, che pare si occupasse di recupero crediti per poi rimanere disoccupato, potrebbe aver avuto contrasti con qualcuno del giro per motivi di soldi dunque il mandante dell’omicidio, che potrebbe coincidere anche con l’esecutore, avrebbe deciso la sua condanna a morte ma non per cose di poco conto.
Pare che la vittima avesse messo da parte una sorta di tesoretto ma sino ad oggi non sarebbe stato ritrovato. L’ipotesi deriva da alcune intercettazioni telefoniche che sarebbero state fatte dalla polizia nella precedente indagine che avrebbe poi portato alla condanna del presunto cravattaro che lascia moglie e due figli.
Pare che il pregiudicato avesse organizzato una vera e propria finanziaria illegale che gli avrebbe reso migliaia di euro ma di quei soldi nemmeno l’ombra nonostante i carabinieri abbiano cercato in ogni parte della sua villetta di Soriano. Dunque anche l’assassino o gli assassini sapevano dei soldi che Bramucci avrebbe nascosto? Erano soldi strappati a qualcuno che ne rivendicava il possesso?
Di contro, come abbiamo detto, non si può nemmeno escludere che a sparare al pregiudicato possa essere stato un conoscente a cui Bramucci abbia prestato soldi chiedendo in cambio interessi sempre più alti dunque strozzando l’usurato ormai senza possibilità di vedersi estinto il debito.
L’auto abbandonata con il cadavere riverso sul lato guida sarebbero stati ritrovati, intorno alla 10.30 del mattino, da alcuni passanti che facevano jogging e che avvisavano i carabinieri. La vittima, a cui sono stati controllati messaggi e telefonate contenuti nel suo cellulare, non avrebbe avuto un appuntamento con gli assassini.
Se cosi fosse stato l’uomo sarebbe sceso dall’auto invece Bramucci è rimasto dentro l’abitacolo dove é stato colpito dalla scarica micidiale, ipotesi questa che farebbe pensare proprio ad una esecuzione precisa, repentina, forse studiata a tavolino. Le immagini di tutte le telecamere stradali presenti sul territorio sono state acquisite dagli inquirenti che le stanno passando al setaccio.
Nella zona dell’omicidio non sono presenti occhi elettronici e sembra che non vi siano stati testimoni oculari.