Un luogo magico dove risplendono i colori

E’ uno dei borghi più belli d’Italia incastonato, come una pietra preziosa, nella Valle più dipinta d’Italia. Il tempo sembra essersi fermato mentre le fiabe, raccontate sui muri, ci rapiscono proiettandoci verso un’altra dimensione.

Roma – A passeggio tra murales e sculture. Ci sono luoghi geografici sul nostro territorio che sono talmente suggestivi da provocare effetti che variano dallo sbigottimento alla gioia. Lo sbattimento perché ci si trova per un attimo catapultati in una realtà fiabesca, tipica della fanciullesca, e la gioia per la soddisfazione di passeggiare in un museo a cielo aperto. Questo luogo si trova in Basilicata, a pochi chilometri da Potenza. Il luogo dell’incanto si chiama “Sant’Angelo Le Fratte”, che sorge tranquillo ai piedi del Monte Carpineto. Quest’ultimo si erge imperioso sulla Valle del Meandro, quasi ad osservarla con soddisfazione, poichè è considerata la “Valle più dipinta d’Italia”. Dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso è stata data la possibilità ad artisti provenienti da ogni parte del mondo di effettuare i loro murales.

Luciano La Torre

Così il piccolo borgo si è abbellito di colori e decorazioni, per cui quando si passeggia è come essere parte attiva dei dipinti. Il fenomeno si è consolidato nel tempo e negli ultimi anni sono stati creati dIversi “percorsi a tema” attraverso i quali si fa un viaggio nella cultura, tradizione e storia della Valle del Meandro. L’idea è frutto dell’artista Luciano La Torre, presidente dell’Associazione artistica “Arte per la Valle”. Tutto è iniziato quando La torre, insieme ad altri colleghi, ha effettuato i primi murales sulle facciate delle case del paese limitrofo, Satriano di Lucania. In seguito è toccato a Savia di Lucania ed a Sant’Angelo Le Fratte.

I tre borghi, col tempo, si sono rivelati un vero e proprio polo culturale, tanto che si contano circa 150 murales e 10 sculture in marmo e bronzo solo a Sant’Angelo Le Fratte. La Chiesa Madre è stata la prima “vittima” degli affreschi, per poi continuare coi vicoli e le piazzette del centro storico. Qui le opere sono a sfondo religioso, facenti parte del percorso a tema “Il culto”. Altre parti del borgo e il complesso storico imperante sulla piazza che si sporge sulla Valle del Melandro sono dedicate al fondatore della prima tipografia nel Sud d’Italia, il vescovo Juan Caramuel Lobkowitz. Questo borgo è conosciuto anche col nome di “paese delle cantine”.

Non perché ci si ubriaca con facilità, ma si tratta di antiche costruzioni ricavate dalla roccia della montagna, che col tempo sono diventate tema e meta di un percorso enogastronomico, in cui emergono gli antichi sapori della tradizione lucana e le antiche usanze popolari. Sono molti, infatti i dipinti che riecheggiano alla “cultura contadina” ed al “Vino attraverso la mitologia classica”. Altre tematiche che è possibile ammirare si riferiscono al rapporto dell’uomo con la roccia e l’acqua e alla vita nei campi in armonia con la natura.

Tra i vicoli del borgo, considerato un vero e proprio gioiello della Lucania, è facile imbattersi in statue in marmo o bronzo che richiamano alla vita popolare del passato, come la contadina che ritorna dai campi col suo carico in testa o il contadino che rientra a casa col suo asino. Immagini tipiche di una cultura antica, ormai, ma che non deve scomparire dalla nostra memoria storica. Ed i murales testimoniano proprio un continuum di ciò che eravamo con il presente!

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