Dopo tre giorni di camera di consiglio la Corte d’Assise d’Appello ha emesso la sentenza del processo di secondo grado che capovolge quella di primo grado: Dell’Utri assolto perché non ha commesso il fatto. I tre ufficiali superiori del Ros prosciolti perché il fatto non costituisce reato. Confermata la condanna a 12 anni per il medico di Riina, al cognato reato scontato di un anno. Presto le motivazioni attese dalla Procura.
Palermo – Alla fine della storia pagano solo i mafiosi. Fra prescrizioni e sconti di pena. La trattativa fra istituzioni e mafia, invece, c’è stata ma non costituisce reato. O, meglio, non sono reati le contestazioni a carico di chi rappresentava le istituzioni all’epoca dei fatti.
Cosi ha deciso il consesso giudiziario di secondo grado presieduto da Angelo Pellino, con a latere il giudice Vittorio Anania. Dunque Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno sono stati prosciolti dalle accuse di violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato.
Marcello Dell’Utri, braccio destro del Cavaliere, invece, il reato ascrittogli non l’ha commesso proprio dunque tante scuse e cosi sia. Colpevoli, di contro, Leoluca Bagarella le cui accusa è stata derubricata in tentata minaccia nei confronti del primo governo Berlusconi per la quale ha usufruito dello sconto di pena di anno, da 28 a 27 anni di carcere. Confermati 12 anni di carcere per Antonino Cinà, medico fedelissimo di Totò Riina:
“… Da testimone di giustizia non trovo parole per descrivere il mio stato d’animo a seguito della sentenza di appello sulla trattativa Stato-mafia – dice Piera Aiello, deputata del gruppo Misto e testimone di giustizia sotto scorta per minacce mafiose – lo Stato sceglie per l’ennesima volta di arretrare di fronte alla prepotenza mafiosa. Se è vero che la trattativa non costituisce reato allora possiamo anche accettare l’idea che sia ancora in atto. La decisione dei giudici è uno schiaffo alla memoria di quanti hanno lottato contro la mafia e sacrificato sé stessi perché venisse fatta piena luce sulla stagione delle stragi. A questo punto non mi stupirei se le richieste contenute nel papello di Riina venissero accolte, a cominciare dall’abolizione dell’ergastolo ostativo e del 41bis...“