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Opposizioni contro: unità assente e necessità di un progetto politico

Il centrosinistra diviso: le divergenze interne, l’appello di Delrio e le sfide per un’alternativa efficace alle destre.

Roma – Numerosi i tentativi di compattare le diverse anime di un centrosinistra diviso su tutto. Così ogni invito all’unità sembra non essere avvertito. Troppe le criticità nello schieramento che vorrebbe ergersi come contraltare e alternativa ad una destra straripante. A lanciare un appello per un tavolo a tre è stato l’ex ministro Graziano Delrio, del Pd, il quale ha lanciato una sorta di proposta:

“Ci vuole un cantiere aperto dove ci si metta lì e si costruisca il muro delle opposizioni, con proposte concrete. Senza perdere altro tempo, si faccia un tavolo con Schlein, Conte e Calenda. Devono assumersi questa responsabilità e mettersi all’opera subito. C’è molta sofferenza su salari e sanità. Schlein non ha colpe nella sconfitta delle Amministrative però ha il dovere di agire, c’è la necessità di proposte concrete che parlino alla gente”.

D’altronde si sa quando si perde le responsabilità non sono di nessuno, ma se si dovesse vincere allora sarebbe facile individuarle. Il solito cliché. Ma un dato è certo: la rottura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda non ha comunque diviso i due leader del Terzo Polo quando si parla del Pd di Elly Schlein.

Elly Schlein, Giuseppe Conte e Carlo Calenda.

“Funziona per vincere le primarie, ma, come sempre, chi rappresenta la sinistra massimalista entusiasma la curva degli ultras e poi perde tutte le elezioni, anche quelle condominiali – ha detto l’ex presidente del Consiglio Renzi – L’alternativa a Meloni o sarà riformista o non sarà. Il modo per attaccare Meloni è chiederle conto delle sue contraddizioni, non gridare al fascismo. Perché non c’è il fascismo alle porte. E sarà bene che se ne facciano una ragione anche i protomartiri tv che hanno raccontato di lasciare la Rai in nome della democrazia e in realtà vanno solo fare cose diverse o pagate meglio“.

Certamente l’effetto-Schlein ha creato entusiasmo e ha fatto recuperare qualche tessera in sezione e più copie in edicola. Ma alla fine per fare politica è necessario un progetto per il Paese, che attualmente non si intravede. Anche da Calenda arrivano parole dure, premonitrici di un futuro non roseo per il centrosinistra:

“Che senso ha fare politica se quando il tuo avversario propone una cosa e tu, a prescindere, dici che è sbagliata anche se è giusta – ha evidenziato il leader di Azione – come ha fatto la sinistra sul taglio del cuneo fiscale? Se la sinistra e Schlein fanno questo rimarranno sempre più marginali perché gli italiani vogliono che vengano risolti i problemi e non ingigantiti con ulteriori complicazioni”.

Reddito minimo contrattuale per i lavoratori poveri

In ogni caso appare chiaro che il Terzo Polo si sfila dalla proposta di Del Rio. Infatti non vi sono i presupposti per concordare insieme qualche proposta comune per il Paese. D’altronde come si fa quando non vi è alcuna convergenza politica, un esempio per tutti i termovalorizzatori, il nucleare o le infrastrutture, senza parlare del Reddito di Cittadinanza. C’è una cosa, forse, su cui si può lavorare col Partito Democratico, ed è la necessità di prevedere un Reddito minimo contrattuale per i lavoratori. Perché oggi ci sono persone che guadagnano 4 euro per un ora e mezza, come gli addetti alla vigilanza. In sostanza, ciò che viene contestato alla neosegretaria dem è che dice tante cose belle, come il green, l’equità, ma senza mai spiegare come raggiungere gli obiettivi.

L’esperienza insegna che non basta sommare le sigle, in quanto serve un progetto che sia riconoscibile e costituisca una vera alternativa alle destre. Il governo è stato bravo a trasferire sui territori il consenso acquisito. Non si può dire la stessa cosa della sinistra. La verità è che il Pd dovrebbe essere un partito che trasmette un’idea di cambiamento, ma come si fa se fino adesso è stato sempre al Governo, senza una vera identità. Adesso, forse, è tardi per attribuire ad altri colpe che sono proprie.

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