L’ultimo studio del “Boston Consulting Group” con filiali in tutto il mondo. Intervistati 28 mila lavoratori di 16 Paesi, compresa l’Italia.
Roma – La serenità aiuta il business. Una volta la cultura contadina sosteneva che “la testa non… vuole pensieri”. Quasi un ossimoro, poiché è difficile che la testa funzioni se non pensa! Ma il vero significato era che sul lavoro e nelle relazioni sociali non bisogna avere preoccupazioni di sorta. Adesso la “psicologica del lavoro” ha ribadito che sul lavoro deve regnare la “sicurezza psicologica”, intesa come serenità nell’ambiente, che permette di esprimere le proprie doti e idee, senza il timore di essere redarguiti o, peggio, ridicolizzati. Pare che produca benefici al lavoratore e al business. La scoperta dell’acqua calda! Tuttavia basta fare un rapido giro tra le persone che si conoscono o si incontrano spesso in treno o in autobus per rendersi conto che, almeno in Italia, ambienti idilliaci non ce ne sono o se esistono, sono un’eccezione.
La locuzione fece capolino, per la prima volta nel 2012, negli USA, quando Google attraverso il progetto “Aristotele” condusse uno studio di due anni per capire quale sia il quid con cui un gruppo di professionisti competenti diventano eccellenti. Si scoprì che quelli di successo avevano costruito un gruppo che andava oltre la somma delle singole professionalità. Si era creata, dunque, quella speciale chimica che stimolava l’intelligenza collettiva del gruppo. Situazione che si verifica, a volte, nelle competizioni sportive di squadra, quando una sfavorita in partenza, ribalta il pronostico. Il tema è diventato di dominio pubblico, al punto che si sono susseguiti numerosi studi. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato condotto dal “Boston Consulting
Group” (BCG), una nota società di consulenza strategica con filiali in tutto il mondo. Sono stati intervistati 28 mila lavoratori dipendenti di 16 Paesi, compresa l’Italia.
In un contesto lavorativo di benessere psicologico gli italiani hanno manifestato una crescita della percezione di riuscire ad esprimere il proprio potenziale, della motivazione e di sentirsi valorizzati. Secondo lo studio, la sicurezza psicologica è maggiormente avvertita dalle donne, gruppi Lgbtqi+ e disabili. Un ambiente di lavoro per trasmettere “sicurezza psicologica” necessita del contributo di tutte le componenti. Però, secondo gli esperti, l’input deve partire dalla leadership che devono manifestare empatia, flessibilità mentale e capacità di far sentire a proprio agio il gruppo. Hai detto niente. Per riuscirci bisogna essere Mandrake! Per ottenere questi risultati è necessaria una adeguata formazione per i manager. Un contesto lavorativo sicuro è definito dalla possibilità di sentirsi tranquilli anche nel dare una risposta inesatta, compiere un errore, chiedere aiuto e ulteriore risorse, non accettare lo status quo. In un clima siffatto questi atteggiamenti vengono premiati, non ostacolati, apprezzati e sostenuti. Insomma, ottengono una conferma importante delle loro qualità.
Secondo un’indagine, curata da Mindwork, prima azienda italiana per la consulenza psicologica online per le imprese e da BVA Doxa, la più antica società nazionale di ricerche di mercato, il 50% dei lavoratori italiani ha dichiarato di non percepire nessuna sicurezza psicologica al lavoro. Questo dipende dal fatto che molte organizzazioni aziendali sono molto indietro su questo argomento, reputando l’assenza di malessere come
benessere, che non è, affatto, vero. Molti reputano che l’atteggiamento verso il lavoro stia mutando, soprattutto da parte dei lavoratori che stanno trascinando nel cambiamento anche le aziende. Il lavoro non rappresenta più cosa si fa, almeno non solo, ma quello che si è, inteso come soggettività, emozioni e bisogni. Sarebbe interessante sapere come gli esperti di psicologia del lavoro siano giunti a queste interpretazioni, perché ai comuni mortali, quelli che si svegliano all’alba pe recarsi al lavoro per un tozzo di pane, tutta questa trasformazione descritta non risulta. Anche perché se sono pendolari da decenni, sul luogo di lavoro si arriva già esausti, condizione che li rende incapaci di evidenziare le loro doti. Che dire? Fiducia agli esperti!