L’ultimo sondaggio politico rivela che le dinamiche tra le forze politiche italiane rimangono invariate da mesi, con leggere variazioni. Possibili spinte di cambiamento potrebbero emergere da situazioni interne ed esterne mentre riapre la sessione parlamentare autunnale.
Roma – Nei sondaggi politici continua a muoversi poco o nulla. Gli equilibri tra le forze politiche continuano a essere sostanzialmente stabili ormai da mesi, addirittura l’ultimo scossone l’ha dato solo l’elezione di Elly Schlein alla segreteria del Partito Democratico. Così Fratelli d’Italia resta in prima posizione con un distacco ampissimo sul Pd che è secondo sul podio. La conferma arriva dall’ultima rilevazione di “Lab2101”, la prima dopo Ferragosto.
La situazione, però, è molto simile allo stop di prima della pausa estiva. Infatti il Movimento 5 Stelle resta la terza forza politica del Paese, con la Lega in fase di risalita, ormai tornata sopra ai dieci punti. Calano, invece, Forza Italia, Azione e Italia Viva, mentre cresce l’alleanza Verdi e Sinistra. Il primo partito, dunque, nelle intenzioni di voto resta Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che perde lo 0,2% scendendo al 29,2%. Il distacco accumulato, tuttavia, è ancora abissale.
Dopo la presidente del Consiglio e i suoi “fratelli italiani”, il Partito Democratico di Elly Schlein a sua volta cala dello 0,1% e passa al 20,1%. A oltre nove punti di distanza di FdI. Sull’ultimo gradino del podio, cioè al terzo posto, c’è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che invece guadagna lo 0,1% e sale al 15,9%. Troppo poco, per i grillini, per insidiare gli ex alleati dem nel ruolo di prima opposizione del Paese. Poi, al quarto posto della graduatoria dei partiti, vi è la Lega di Matteo Salvini che è ormai tornata stabilmente in doppia cifra nelle intenzioni di voto e accumula un nuovo più 0,1% che la porta al 10,3% e le permette di consolidare ulteriormente la sua posizione. Scende leggermente, invece, Forza Italia di Antonio Tajani, che perde lo 0,2% e passa al 7,1%, confermandosi al quinto posto.
Azione di Carlo Calenda passa al 3,8% perdendo lo 0,1%, mentre si avvicina l’alleanza Verdi e Sinistra, con un più 0,2% che vale il 3,6%. Poi +Europa passa al 2,7% con un più 0,1% e Italia Viva di Matteo Renzi scende al 2,6% con un meno 0,1%. Italexit cala al 2,4% con un meno 0,2% e Noi Moderati chiude allo 0,6% con un meno 0,1%. Insomma, nessuno smottamento o ripresa vertiginosa tale da doverla annoverare come elemento di novità. L’unico elemento degno di essere sottolineato è che con la separazione, di fatto, tra Calenda e Renzi vi è apparentemente uno sgretolamento dei consensi, che al momento sembra premiare più il partito di Azione.
Ma Italia Viva è in fermento e potrebbe determinare, forse, qualche ulteriore elemento di novità molto presto, quando riprenderà a pieno ritmo l’attività parlamentare. Intanto difesa dei redditi da lavoro, sanità pubblica e crescita economica sono i tre fronti su cui le forze politiche di opposizione intenderebbero marciare unite da settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, soprattutto in vista della sessione di bilancio. Sul fronte della maggioranza, invece, considerato che lo scorso anno la legge di bilancio è stata monopolizzata dai provvedimenti contro il caro energia, stavolta in cima alle priorità del governo c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale, per garantire ai lavoratori dipendenti circa 100 euro in più al mese in busta paga per contrastare la corsa dell’inflazione, in Italia attestata ancora al 5,9% a luglio.
Al centro, dunque, c’è il lavoro, che vuol dire stipendi, confermare il taglio delle tasse, come ad esempio chiedere che le banche diano una piccola parte dei loro guadagni multimiliardari per aumentare stipendi e pensioni. Giorgetti, il ministro dell’Economia, è però prudente in quanto le risorse economiche sono limitate, i vincoli Ue stringenti, il contesto economico internazionale segnato da diversi focolai di crisi, dal conflitto in Ucraina al rallentamento di giganti economici come Cina e Germania.