Social e ancora social per conquistare una poltrona

Mentre l’intero globo è consapevole di essere ad un giro di boa storico in Italia le elezioni politiche procedono verso il solito sterile campanilismo. Trasformandosi in penosa lagna.

Roma – Che barba, che noia!…Era la frase cult con cui si concludeva, ogni volta, la sit-comedy forse più amata dagli italiani, senz’altro la più longeva (è andata in onda sulle reti Mediaset dal 1988 al 2007), ovvero “Casa Vianello”. A pronunciarla era la compianta Sandra Mondani rivolta al marito, un bravissimo Raimondo Vianello, a conclusione della giornata rivelatasi noiosa. Una frase che si è tanto diffusa da diventare idiomatica nell’immaginario collettivo nazional-popolare del popolo televisivo. E che risulta adatta alla campagna elettorale per le elezioni politiche. Anzi “barba e noia” risultano due termini finanche soft per lo spettacolo di infimo livello a cui stiamo assistendo, nostro malgrado.

Ma di cosa si parla in questa strana campagna elettorale, col caldo torrido e con tante persone che fanno i salti mortali per far quadrare i conti del magro bilancio familiare? E’ stata recentemente pubblicata un’analisi condotta da Pier Luigi Vitale, social media analyst e docente di Information Design all’Università di Salerno e da Serena Pelosi, linguista computazionale presso Icar Cnr. Si tratta dell’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni, facente parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche, mica pippe!

E’ emerso il forte utilizzo dei social con i post che hanno, quasi, sostituito i vecchi manifesti di una volta. Molto utilizzati anche per la personalizzazione della politica. La gran parte dei leaders (?) pare che vogliano dimostrare di essere più bravi dell’avversario nel gestire le redini del nostro malandato Paese. In subordine vengono trattati altri temi, ad esempio economia e sviluppo, misure di investimenti e sussidi, energia (gas e caro bollette). Ma sono solo delle vere e proprie enunciazioni, dichiarazioni d’intenti. Come quando da bambini si scriveva la letterina di natale ai genitori ed era piena di buoni propositi, puntualmente smentiti nel corso dell’anno! Non c’è una visione chiara, definitiva su cosa si voglia veramente fare.

Ci sono temi poi, solo parzialmente sfiorati: trasporti, sport, digitale, turismo e cultura. Praticamente come se non esistessero. Per certi aspetti queste elezioni politiche vedono una campagna elettorale americanizzata. Nel senso che si tenta di evidenziare le magagne dell’avversario, piuttosto che esporre la propria visione. Meloni, la leader di Fratelli d’Italia e probabile premier del centro-destra, ha rivolto le sue attenzioni verso Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, che ha, ovviamente, ricambiato con la stessa…cortesia.

Il buon Letta è stato oggetto di continue attenzioni anche da parte di colui che è stato suo alleato per qualche giorno, ovvero Calenda, leader di Azione. Dal punto di vista delle coalizioni, il centro-destra sembra privilegiare i temi economici, la sicurezza e l’immigrazione. Il centro-sinistra i temi ambientali, economici e diritti (da quelli civili alla normativa sulla cittadinanza). Come ben sappiamo i social sono utilizzati anche dai cittadini. In questo caso a primeggiare nelle varie discussioni sono le tematiche economiche e l’occupazione, seguiti da quelli ambientali, coi giovani che hanno manifestato più ottimismo degli adulti.

Enrico Letta e Carlo Calenda

C’è un aspetto da segnalare. La totale scomparsa di temi, quali la mafia, la povertà, la guerra in Ucraina e la riconversione ecologica. Si tratta di temi cruciali che dovrebbero al centro dell’agenda politica. La mafia, ad esempio, sembra non esistere più, definitivamente scomparsa. Con la sentenza del 6 agosto scorso della Corte d’Assise di Appello sulla cosiddetta “trattativa Stato Mafia” che ha praticamente dichiarato la liceità di trattare con la mafia, se l’intento è quello di evitare guai peggiori per la nazione.

Ma i guai peggiori per gli italiani sono sorti agli albori del nostro Stato. Quando la prima trattativa Stato-mafia fu fatta per favorire lo sbarco dei Mille in Sicilia. Continuata con lo sbarco in Sicilia degli americani durante la seconda guerra mondiale e proseguita fino alla recente sentenza. Un modo per sancire che ognuno possa farsi i fatti propri, senza esagerare con le bombe!

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