Silvio come Cossiga, il grande picconatore

Il Cavaliere avrebbe riallacciato i rapporti con Putin ma sino a che punto? E da quando? Insomma il Berlusca nazionale non si smentisce e continua come un caterpillar la sua opera demolitrice della coalizione di centrodestra. O, per lo meno, cosi sembra. In attesa che il governo Meloni diventi realtà a breve.

Roma – Silvio Berlusconi colpisce ancora, le sue esternazioni portano al ricordo di Cossiga, definito il grande picconatore. Questa volta, però, potrebbe essere complicato trovare, per il Cavaliere, una via d’uscita alle sue stesse affermazioni. Il tentativo di smorzare le polemiche con una lunga lettera in cui chiarisce il suo pensiero non convince, anzi conferma, ad essere benevoli, la perdita dei freni inibitori o una strategia perversa e mirata ad indebolire la leadership di Meloni. Il nuovo polverone politico e mediatico è stato scatenato dalla pubblicazione da parte di un audio in cui il presidente di F.I. sostiene di avere “riallacciato un po’ i rapporti con il presidente Putin…” Il vero problema, anche da un punto di vista strettamente tecnico, è il modo e i tempi in cui questi rapporti sarebbero stati riallacciati.

Importazione vodka russa vietata

Infatti le venti bottiglie di vodka con annessa una lettera dolcissima e le bottiglie di Lambrusco con una lettera altrettanto dolce, permettono di rilevare che l’importazione di vodka russa è vietata dalle sanzioni Ue, in particolare dal quinto pacchetto di misure restrittive approvato lo scorso 8 aprile. Senza che, peraltro, ci siano esenzioni per i regali o quantità specifiche. Non solo, anche per quanto riguarda il Lambrusco inviato da Berlusconi, vi è una soglia-limite di 300 euro a singolo articolo per le esportazioni di vino verso la Russia, prevista dal quarto pacchetto di sanzioni Ue del 15 marzo.

Il divieto si estende, pertanto, su vendita, fornitura, trasferimento o esportazione di beni di lusso, vino compreso. Peraltro, che non si tratti di un vecchio intervento di Berlusconi, come hanno tentato di discolparlo alcuni dirigenti del partito, emerge chiaramente da un passaggio che fa riferimento agli avvenimenti sul fronte orientale e sulla reazione dell’Unione Europea, in particolare ci si riferisce alla seguente espressione: “I ministri russi in diverse occasioni hanno detto che noi siamo già in guerra con loro, perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina, sostiene il presidente di Forza Italia, che si dice molto, molto, molto preoccupato della situazione”.

Giorgia Meloni alla guida del governo

In ogni caso il numero uno forzista non ha voluto esporsi maggiormente davanti ai suoi deputati, almeno oltre quanto aveva già detto, onde evitare un disastro. Come se non bastassero i guai già combinati. Giorgia Meloni però non sta a guardare e rompendo il silenzio avverte tutti i possibili ministri sull’intransigente linea internazionale.

“…Su una cosa sono stata, sono e sarò sempre chiara – dice il prossimo Premier – intendo guidare un governo con una linea di politica estera trasparente ed inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo, afferma la futura premier, con questo caposaldo non potrà far parte del consiglio dei ministri. L’Italia con noi al governo non sarà mai l’anello debole dell’occidente, cioè la nazione inaffidabile, tanto cara a molti nostri detrattori…”.

Si prevedono esclusioni eccellenti dalla lista dei ministri. E nuovi guai in vista.

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