Sanzioni? La Russia si frega le mani

Nonostante le sanzioni imposte dal blocco Nato Mosca continua a fare affari d’oro con l’importazione di materie prime. Quale sarà la prossima mossa per contrastare lo Zar Putin?

Roma – Altro che sanzioni, la Russia continua a fare affari! Una delle misure messe in atto dall’Unione Europea e dagli USA in risposta all’aggressione armata perpetrata dalla Russia all’Ucraina, sono state le sanzioni economiche. Finora, sembra che non abbiano sortito alcun effetto. L’orso russo continua a incassare quattrini.

Non è un’opinione di qualche infiltrato o filo putiniano –come vengono definiti coloro che recitano fuori dal coro della Grande Stampa Unificata- ma nientepopodimeno che da Bloomberg. Ovvero di una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede a New York, USA, e filiali in tutti il mondo. Negli ultimi tre mesi la Russia ha incassato la bellezza di 23,5 miliardi di euro per la vendita di energia.

Come a dire che crisi globale, sanzioni occidentali e recessione interna a Putin, finora, gli hanno fatto un baffo! Il flusso di denaro e provenuto, però, solo da due Paesi: India e Cina. In particolare, la prima, nel periodo febbraio-maggio ha speso oltre 5 miliardi di euro. La seconda, invece, ha versato l’iperbolica cifra di 18,5 miliardi di euro, equivalente a quasi il doppio di quello che fu acquistato l’anno scorso. C’ è da dire che i due Stati rappresentano collaudati partner commerciali, raggiungendo il 50% delle esportazioni marittime di petrolio dalla Russia. Mettendo in crisi, nei fatti, i propositi statunitensi ed europei di isolare politicamente Putin e minare il sistema economico-finanziario russo.

Lo scopo di questa politica avrebbe dovuto essere l’indebolimento del governo russo, lo stop all’invasione dell’Ucraina e alle ambizioni espansionistiche. Ebbene, secondo le stime di Bloomberg Economics, la Russia percepirà quasi 280 miliardi di euro dalla crescita delle vendite di petrolio e gas. In realtà la cosiddetta guerra agli approvvigionamenti, da una parte l’Occidente che ha dichiarato di voler tagliare i ponti con Mosca, dall’altra quest’ultima che si è mostrata pronta a chiudere i rubinetti del gas, ha partorito una situazione paradossale. Il fatto che Putin sia diventato parsimonioso nella vendita di gas, ha prodotto una crescita dei prezzi delle poche e limitate risorse in occidente, come da mesi si verifica nelle aziende e nelle famiglie italiane, che hanno visto schizzare alle stelle i costi delle bollette.

Dunque Putin ne sta ricavando un profitto e la Russia continua a fare affari, forse tutto ciò è inaspettato, anche se gli esperti di Bloomberg hanno dichiarato di non sapere fino a quando durerà questa situazione. Sembra che ci siano stati già dei segnali. Nel mese di maggio, infatti, i prodotti verso l’Asia sono calati del 15%. Potrebbe trattarsi di una fluttuazione della domanda, che potrà non restare sempre la stessa unidirezionalmente e, in ultima analisi, estinguersi. Per quanto riguarda le previsioni gli esperti, almeno quelli di Bloomberg, hanno dimostrato molta cautela, visto che coloro ci hanno provato hanno prese delle gran cantonate.

Le questioni di geopolitica – quel complesso di problemi politici che derivano da fattori di ordine territoriale, specie se si considera lo Stato come un organismo che nasce, si sviluppa e decade e che, al pari degli esseri viventi, ha bisogno di uno spazio vitale sono come una matassa difficile da districare. Eppure si avverte la netta sensazione che, come sempre, i cosiddetti grandi della terra stanno giocando con la vita delle persone, fottendosene di morti, distruzioni e disastri.

Stanno già pensando agli affari da spartirsi per il dopoguerra e si stanno dividendo l’Ucraina in zone di competenza per la ricostruzione. Mentre bombe e missili sorvolano i cieli ucraini, i portafogli di tanti si tanno ingrossando. Che squallido e bieco spettacolo!

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