ROMA – NELLA PATTUMIERA I DECRETI SALVINI. SPERIAMO DI NON DOVERLI RIMPIANGERE

Sicurezza ma anche accoglienza e integrazione diventano valori fondamentali che il governo Conte bis intende implementare. Le vecchie norme varate da Lega e M5S sono carta straccia.

Roma – Non ha fatto tanti giri di parole il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che ha battezzato come “Un ritorno alla civiltà, l’approvazione del nuovo decreto sicurezza che scavalca il muro dell’impostazione leghista. I provvedimenti di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, somigliano a vecchi fascicoli archiviati e precocemente impolverati. Le nuove norme mettono al primo posto i diritti umani e civili.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Conte e del capo del Viminale Luciana Lamorgese, ha approvato il decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare. Molte sono le novità a cominciare dal linguaggio. Il sistema di accoglienza diventa “Sistema di accoglienza e integrazione”.

Totò Martello mai cosi contento…

Cambiano i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno venendo incontro alle esigenze di protezione dei cittadini stranieri. Le norme sulla protezione prevedevano già il divieto di espulsione e respingimento se l’interessato rischiava la tortura nel paese di provenienza. Il nuovo decreto aggiunge lo stop all’espulsione anche nel caso lo straniero rischi trattamenti inumani o degradanti o se non viene rispettato il diritto della sua vita privata e familiare.

Il decreto configura anche la possibilità di convertire il permesso di soggiorno, rilasciato per ragioni diverse, in permesso di lavoro. Alle categorie di permessi convertibili già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro artistico, motivi religiosi e assistenza a minori.

Per le acque territoriali se si verificano motivi d’ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti, il divieto deve avvenire su proposta del ministro dell’Interno, a seguito di intesa con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture, dandone preventiva comunicazione al Premier. Per i soccorsi in mare il divieto viene sollevato qualora vi sia stata la comunicazione al Centro di coordinamento ed allo Stato di bandiera e nel rispetto delle indicazioni dell’autorità per il soccorso.

Per la violazione del divieto, in base alla disciplina vigente del Codice della Navigazione, si prevede la reclusione fino a 2 anni e una multa al massimo di 50.000 euro. Spariscono dunque le multe milionarie e i bracci di ferro come quello tra Salvini e la Rackete.

Si rafforza  il daspo urbano, delegando al Questore l’applicazione del divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti di coloro che abbiano riportato denunce o una condanna non definitiva negli ultimi tre anni, per la vendita di sostanze stupefacenti e si prevede la pena della reclusione e la multa da 8000 a 20.000 euro. Nel caso ci siano decessi o lesioni, la partecipazione alla rissa è punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni.

Per quanto riguarda il web si procede all’oscuramento, già utilizzato per la pedopornografia, dei siti ritenuti veicoli per reati in materia di stupefacenti. L’illecito di introduzione di cellulari nelle carceri e la cessione dei telefonini ai detenuti diventa reato, con pene da 1 a 4 anni.

Inasprimento delle pene, e meno male

Pene più pesanti anche per chi aiuta i reclusi al 41bis a comunicare con l’esterno. Sicurezza ma anche accoglienza e integrazione diventano valori fondamentali che il governo Conte bis intende implementare. Se funzionerà lo sapremo a breve, speriamo non vi siano rimpianti.

 

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