Il Governo lavorerà ad una riforma fiscale più organica che manca da 50 anni. L'opposizione parla ma quando parte dei leader erano sul podio nulla hanno fatto per migliorare la situazione. Berlusconi per primo.
Roma – Se qualcuno si aspettava di vedere un Presidente del Consiglio logorato dal pressing delle opposizioni e dagli “sfilacciamenti” interni alla maggioranza si è sbagliato. Così Conte incita il proprio governo ad invertire la tendenza di un ventennio di sole promesse mai realizzate ed accelera su semplificazioni e riforma del fisco. Il Premier cerca di fare chiarezza e di non lasciarsi trascinare dalle infinite critiche degli avversari politici, che hanno più volte governato dimostrando, peraltro, di non possedere la bacchetta magica che adesso dicono di avere con ricette economiche e proposte sempre avanzate e mai realizzate, in tanti anni di governo. Così per i più riottosi Conte rinfresca la memoria con determinazione:
“…La pandemia ha determinato una crisi epocale senza precedenti. Il Dl Semplificazioni di cui si sta discutendo in queste ore è la madre di tutte le riforme, indispensabile per modernizzare l’Italia e tornare a far correre il Paese. È comunque in atto un confronto costruttivo per trovare le soluzioni migliori per il Paese…Il primo obiettivo da portare a casa è proprio la semplificazione con il decreto daremo impulso agli investimenti con nuove misure, senza fare venire meno i controlli rigorosi per assicurare legalità e modernità…”.
Sarà, in sostanza la semplificazione più coraggiosa mai fatta nel nostro Paese, ha aggiunto Conte, e lo vedremo già dall’inizio della prossima settimana durante la quale inizieranno anche a lavorare per una riforma fiscale organica, che manca da 50 anni.
Il premier, comunque, non ci sta alle contestazioni e risponde con insolita durezza affermando di non sopportare le continue bugie o false interpretazioni che quotidianamente escono sui giornali, soprattutto nei titoli, che ci descrivono il suo come un governo attendista ed incapace di prendere decisioni risolute per la crisi economica che gli italiani stanno vivendo. La realtà dei fatti, continua Conte, dimostra il contrario. Fonti governative rivelano come il decreto semplificazioni, “la madre di tutte le riforme”, secondo il capo del Governo, verrà approvato presto nonostante ancora ci sono dei punti del testo da perfezionare. Ma il calendario delle Camere è intasato così si è pensato bene di approvarlo all’inizio della settimana per poi rimandarne la formulazione definitiva a settembre per il passaggio parlamentare.
Il Presidente del Consiglio coglie l’occasione di un incontro alla Uil per lanciare messaggi alla sua maggioranza. In particolare al Pd, che denuncia da tempo l’immobilismo del governo, mentre al M5S, che con Luigi Di Maio è almeno da un mese che spinge per l’abbassamento delle tasse. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha sferrato un nuovo attacco al governo, in particolare sulla questione del Mes. Ipotesi, quest’ultima, che potrebbe rappresentare una opportunità economica da non perdere, ma che il governo non vuole sfruttare, non tanto “per ragioni ideologiche” ma perché teme il tranello della patrimoniale.
Si sta parlando di una ulteriore manovra da 20 miliardi, così il tavolo sulla riforma del fisco lascia prevedere tempi lunghi “Qualunque tipo di misura non vedrà la luce prima della prossima legge di bilancio”, spiega una fonte del ministero dell’Economia. L’ipotesi di partenza è quella dell’accorpamento delle due aliquote più basse dell’Irpef. L’ultima simulazione fatta prevedeva un unico scaglione al 20% al posto degli attuali 23% e 27%, ipotesi che però lascia perplesso Roberto Gualtieri. Sulle coperture della manovra è già battaglia, con parte della maggioranza che puntano a una revisione del sistema di detrazioni e deduzioni, mentre Italia viva chiede di partire dall’abolizione di quota 100 e del reddito di cittadinanza.
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