Lo sgarbo alla banda di rapinatori sarebbe stato punito con un colpo di pistola in pieno volto. Gigi Bici avrebbe dovuto consegnare soldi in contanti, frutto della vendita di gioielli ricavati da una rapina, ad alcune persone ma si sarebbe presentato all’appuntamento a mani vuote. E sarebbe stato eliminato.
Pavia – Appartiene a Luigi Criscuolo, 60 anni, detto Gigi Bici, commerciante di biciclette, il cadavere scoperto da un ragazzino il 20 dicembre scorso. L’uomo era scomparso da casa l’8 novembre di quest’anno. Il corpo sarebbe stato riconosciuto dai familiari e porterebbe i segni di una vasta ferita d’arma da fuoco in pieno volto che potrebbe far pensare ad un regolamento di conti a seguito di un agguato mortale.
Dopo l’esecuzione, in stile mafioso, il corpo dell’uomo sarebbe stato abbandonato sotto le sterpaglie alla periferia del centro abitato di Calignano, in provincia di Pavia. La Procura pavese prosegue dunque le indagini per sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Criscuolo aveva fatto perdere le proprie tracce nella mattinata dell’8 novembre scorso quando, uscendo dalla propria abitazione, saliva a bordo della sua Wolkswagen Polo bianca per poi diventare un fantasma. Mentre i congiunti ne denunciavano la scomparsa non vedendolo tornare per pranzo, almeno due telecamere stradali avrebbero inquadrato l’auto del commerciante, che procedeva ad andatura regolare da Pavia verso Cura Carpignano, alle 9,37 e alle 9,39 per poi riprenderla ancora in direzione opposta alla 10.44.
Ma pare che alla guida non ci fosse l’ex negoziante di origini napoletane. La sua vettura verrà ritrovata dai carabinieri in un boschetto vicino al fiume Olona, alla periferia di Calignano, frazione del Comune di Cura Carpignano, a dieci chilometri circa da Pavia. Il veicolo, rinvenuto con le portiere aperte e con il vetro e specchietto destro distrutti, presentava evidenti tracce di sangue sui sedili anteriori.
Le stampelle con le quali Gigi si aiutava nella deambulazione, dopo un intervento chirurgico al ginocchio, venivano repertate una dentro l’abitacolo e l’altra nel bagagliaio. Da questi particolari gli inquirenti propendevano per una sorta di agguato mortale finito poi con l’eliminazione del commerciante.
Mentre scattavano le ricerche in tutte le direzioni con l’ausilio di cani molecolari e droni i familiari ipotizzavano che certamente qualcosa di grave era accaduta al loro congiunto che avrebbe saputo del rischio che stava correndo.
Poi l’epilogo della vicenda: un ragazzino di 8 anni, inciampandoci sopra, scopriva il cadavere di Criscuolo coperto da rovi e foglie secche nella campagne di Calignano accanto alla cascina dove abita il giovanetto. E qui il mistero si infittisce. Il cadavere sarebbe stato abbandonato in quel punto preciso il 20 dicembre perché un giorno prima, a detta di un testimone, proprio nel medesimo punto, non c’era nulla. Ma non basta.
La mamma del ragazzino, Barbara Pasetti, 35 anni, nello stesso giorno del ritrovamento del cadavere, aveva risposto al citofono di casa verosimilmente alla voce di un uomo che, con accento slavo, la invitava a guardare davanti al suo cancello, profferendo una frase inquietante: “perché ci sono cose che possono interessarle”.
La donna, spaventata, non era scesa in strada pensando che qualcuno le avesse voluto segnalare l’abbandono di rifiuti vicino alla sua abitazione. Successivamente Pasetti ritrovava nella buca delle lettere, oltre ad una foto della vittima, una missiva indirizzata alla famiglia Criscuolo.
Sul foglio di carta qualcuno aveva scritto al computer, in un italiano scorretto forse tipico di chi non parla bene la nostra lingua, che a Criscuolo sarebbero stati consegnati 300mila euro in banconote e gioielli, frutto di una rapina consumata anni prima in Oltrepò pavese probabilmente in una residenza privata o presso una gioielleria.
In caso di mancata restituzione della refurtiva, scriveva l’anonimo redattore, ci sarebbero state ritorsioni in danno dei congiunti di Criscuolo:
”… Non conosco la famiglia Criscuolo – ha riferito Barbara Pasetti – e non so perché si siano rivolti a me. Adesso ho paura sia per me che per mio figlio. Questa vicenda, che mi vede completamente estranea, mi ha sconvolto la vita…”.
Pare che Gigi Bici avesse grossi problemi di liquidità e anche congrui debiti con il fisco. Qualora l’ipotesi dei soldi frutto di una rapina fosse vera è facile supporre una vendetta dei rapinatori che non si erano visti restituire il bottino, che forse Gigi Bici intendeva utilizzare per far fronte ai suoi debiti. Solo congetture, al momento.