Il mercato del porno tiene a produce redditi altissimi che con la pandemia sono ulteriormente aumentati. La pornografia, di contro, è un mero atto di compravendita, mercantile. Annienta l’emozione dell’eros.
Il mercato del porno non ha subito flessioni. Crisi o non crisi è un settore che tira. Neppure la pandemia ne ha rallentato il trend. Anzi l’essere stati rintanati in casa col lockdown e con internet a disposizione ne ha favorito lo sviluppo. Secondo una ricerca di Eurispes (ente privato che si occupa di studi politici, economici e sociali) di qualche anno fa, è un business da 100 miliardi di dollari.
Se lo paragoniamo ad un grande barca in procinto di attraversare il procelloso oceano del web, si può dire che va a gonfie vele. Sono in aumento i sex shop e le pay tv pornografiche. Da quando, poi, sono comparsi i cellulari di ultima generazione, con cui con pochi soldi è possibile scaricare filmati e foto, gli affari hanno subito un’impennata vertiginosa.
Gli adolescenti sono tra i clienti più affezionati. C’è un aspetto curioso che è emerso dall’indagine Eurispes, cioè le diverse tipologie con cui sono stati classificati i pornoconsumatori. Tra le più interessanti ricordiamo: Il Giovin principiante. Si tratta dell’adolescente preso da mille domande sul sesso, soprattutto maschio in preda a tempeste ormonali. Si procura tutto il materiale possibile per scambiarlo con i compagni di scuola.
L’abituè di coppia. Dai 30 anni in su. Gira filmini, scatta foto, compra oggetti nei sexy shop da destinare a moglie, amante o prostituta. Il Surfista. E’ il consumatore di porno “quando la moglie è in vacanza”. La donna in coppia. Quella che, forse da sola, al porno non ci avrebbe mai pensato. Non compra se non c’è Lui. Rifornendosi nei sexy shop di abbigliamento e di altri gadget.
Il rapito dallo schermo. Giovane, non oltre i 40 anni. Può vivere da solo, in famiglia od in coppia, magari con figli. Non disdegna i video, può acquistare pornovisioni oppure girovagare nelle preview. Possiede con molta probabilità una web cam. L’Incallito di vecchio stampo. E’ un uomo solo o isolato, spesso di una certa età. Ma anche il detenuto o chi vive una quotidianità di soli uomini. Se è un solitario, utilizza la pornografia anche come compagnia.
E’ un mercato che fa invidia a qualsiasi settore economico. Ma non tutto ciò che produce profitto è esente da critiche e valutazioni. E’ un dato allarmante, poiché coinvolge fasce della popolazione sempre più numerose e attraversa tutti i ceti sociali. Inoltre l’indotto ha a che fare con la sfera dell’educazione sentimentale assai carente in una società dove tra gli aspetti più esaltati c’è il dominio ed il possesso degli oggetti. Anche del corpo umano. Ed è questa la parte più triste e desolante di uno spettacolo altrettanto squallido.
La pornografia, dal greco pòrnos, femminile pòrne (meretrice), è un mero atto di compravendita, mercantile. Annienta l’emozione dell’eros, di cui la parte più stimolante è l’attesa di quello che sta per accadere, di ciò che viene prima dell’atto consumato. E’ il desiderio dell’altro o dell’altra che nutre i pensieri. Il sogno che alimenta l’emozione dell’incontro.
E’ ciò che è imprevisto allo stato puro. Lo squallore assoluto lo si raggiunge constatando i livelli parossistici che ha raggiunto il mercimonio delle relazioni interpersonali, di cui l’incontro con l’altro o l’altra è tra i più importanti della nostra vita. In aggiunta all’incapacità della trasmissione di valori oltre la mera concezione di merce. Che tempi.
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