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POLIZIA FERROVIARIA IN POLE POSITION

Sempre in prima linea per la sicurezza dei passeggeri a tutto tondo. Occorrono più mezzi e personale sempre più specializzato

9000 convogli che viaggiano su 17 mila km di linea ferrata e movimentano ogni giorno circa 1.800.000 passeggeri tra pendolari e turisti. Nei microcosmi delle stazioni ferroviarie la sicurezza assume una connotazione diversa dove ciò che conta non sono tanto le statistiche degli arresti e delle denunce quanto la vera attività di prevenzione. Dunque la tranquillità e la possibilità di permettere alle persone di muoversi liberamente, la rassicurazione della sicurezza in senso pieno, la prossimità delle istituzioni pubbliche a ciò deputate.

La ruota alata di mercurio con le ali del Dio Thot è il simbolo della Polizia Ferroviaria, antica specialità della Polizia di Stato, nata nel 1923 con il nome di Milizia Ferroviaria. Sono 2.500 le stazioni vigilate con un organico di 4mila poliziotti anche al confine Italia-Austria-Germania, per la scorta di treni e pattuglie miste con le forze di Polizia di questi stati. Negli anni essa ha saputo modificarsi adattandosi alla società ed adeguandosi alle nuove tecnologie.

Una specialità nel senso stretto delle parole, perché esclusiva in ambito ferroviario e specializzata non solo per garantire la sicurezza nelle stazioni e sui treni ma anche per contrastare i furti di rame, per investigare sugli incidenti ferroviari, per il controllo delle merci pericolose che viaggiano su rotaie, dedita alla prossimità anche con la formazione, dato l’uso del defibrillatore (nell’ultimo anno sono state salvate 5 persone in arresto cardiaco), e nelle scuole, con il progetto di educazione alla legalità “Train to be cool”. Ed è proprio la prossimità una delle eccellenze della Polizia Ferroviaria: le principali stazioni ferroviarie sono dotate di 60 defibrillatori e nel 2018 sono stati rintracciati quasi mille minori allontanati da casa o dalle case famiglia, e 950 persone scomparse.

Oltre alle attività di contrasto ai furti di rame, che provocano insopportabili e costosi disservizi al servizio di trasporto, la polizia è presente in stazione ed a bordo treno con pattuglie in divisa ed in borghese per prevenire reati ma anche incidenti o comportamenti scorretti degli utenti. Infatti incidentalità e mortalità riconducibili a investimento sono causate principalmente da comportamenti scorretti ed impropri, tallonamenti o malfunzionamenti di passaggi a livello oppure deragliamenti. Per tale ragione sono diverse le sanzioni amministrative previste ed elevate per violazione del regolamento di Polizia Ferroviaria.

Nell’ambito specifico ferroviario è prevista anche l’applicazione del DASPO urbano ex legge 18 aprile 2017, n. 48, recante: “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, nei confronti di coloro che impediscono l’accessibilità e la fruizione “delle aree interne delle infrastrutture, fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e delle relative pertinenze.”

Il DASPO urbano consiste nell’applicazione di un ordine di allontanamento di natura amministrativa, corredato di sanzione pecuniaria, della durata di 48 ore, che non necessita di convalida dell’autorità giudiziaria né del questore. Solo in caso di reiterazione il questore, qualora dalla condotta tenuta possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre, con provvedimento motivato e per un periodo non superiore a 6 mesi, il divieto di accesso ad una o più delle aree sopra indicate, la cui durata non può essere inferiore a 6 mesi e superiore a 2 anni.

Le aree cui la norma fa riferimento nell’ambito ferroviario si riferiscono non solo alla stazione ferroviaria ma anche ai vagoni in movimento e a tutte le vie di accesso (intese anche come strade e viali di accesso, aree verdi, scale mobili, gradinate, varchi, corridoi, entrate ed uscite dalla stazione, attività commerciali se presenti nella struttura, parcheggi a servizio dell’infrastruttura).

Tra gli esempi della condotta che rientra in questa fattispecie vi sono l’utilizzo improprio dei vagoni, l’accattonaggio molesto, il transito negli spazi interni per soggiornarci, lo sporcare o il molestare i passanti e/o i viaggiatori, l’apporre graffiti, l’esercizio del commercio ambulante non autorizzato, l’ubriachezza, gli atti contrari alla pubblica decenza. Certo, per far rispettare davvero tutto questo servirebbe molto personale. Il quale, invece, regolarmente manca, in questo settore dello Stato come in tanti, troppi altri.

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