Pnrr e crisi energetica: senza Draghi saremo al capolinea?

Da mesi urgono rapide risposte alla crisi energetica e al Pnrr, ma non arrivano. L’Europa guarda con preoccupazione la poltrona di Draghi traballare. Putin aupsica per l’Italia un governo che non sia vassallo degli Stati Uniti. Oggi giornata decisiva.

Roma – Fuori dall’Italia si guarda con interesse agli sviluppi della crisi che ha travolto il governo Draghi. Anche il Financial Times, nei giorni scorsi, ha espresso il proprio tifo affinché il premier rimanga al timone ma il giornale inglese non perde l’occasione per rinnovare le critiche alla classe politica italiana. Traspare preoccupazione per una situazione ancora ballerina e che verrà risolta da Draghi come al suo solito: all’ultimo minuto sapremo che cosa ha deciso di fare.

“…Mario Draghi è un partner autorevole nel contesto europeo e internazionale, il suo contributo in questo difficile momento storico è importante per l’Italia e la Ue…”– scrive in un tweet il vicepresidente esecutivo della Commissione per il Green Deal europeo, Frans Timmermans.

Anche il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, si è sbilanciato affermando di seguire “…Con preoccupazione e stupore quello che avviene in Italia, la stabilità è sempre un valore e in tempi di acque agitate serve coesione, questo è il momento di fare fronte comune…”, esortando anche a lavorare insieme per evitare la tempesta.

È soprattutto dal Parlamento europeo che emergono con più chiarezza gli umori su quanto sta accadendo a Roma. Per il capogruppo del PPE, Manfred Weber, “di fronte alla recessione economica e alle continue sfide della guerra russa in Ucraina, l’Europa ha bisogno di un governo stabile a Roma”. Una visione che si sposa con quella dei colleghi italiani di Forza Italia, come Salvatore De Meo: “L’Italia non può permettersi di perdere Draghi in questo momento storico soprattutto dopo il lavoro fatto per ridare al Paese la credibilità e la fiducia nell’Ue e nel mondo”.

Il presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber

A seguire con preoccupazione le notizie in arrivo dall’Italia sono anche i Socialisti e Democratici Europei, che per voce della loro presidente di gruppo all’Eurocamera, Iratxe García Peres, sottolineano il bisogno di stabilità per l’Italia e di un governo forte e pro-europeo, in particolare per il difficile contesto geopolitico. Se l’italiano Nicola Danti, di Italia Viva chiede di “andare avanti e non darla vinta al populismo”, lo spagnolo José Ramón Bauza Diaz lancia un grido d’allarme per l’eventualità che l’Italia sia solo il primo governo europeo a crollare, in quanto presto vi potrebbero essere altre situazioni analoghe in Europa.

È di tutta evidenza che una crisi, in questo momento, non è un bene, così tutti a gran voce affermano che si ha bisogno di un governo italiano stabile nei prossimi mesi, poiché si ritiene che l’instabilità politica in Italia sia una minaccia per l’Ue e tutta l’Eurozona. Di ben altro tenore sono, però, le prese di posizione delle due ex-eurodeputate M5S ora confluite nei Verdi, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi, che certamente non allentano la tensione. Infatti, provocatoriamente sostengono che “il Movimento 5 Stelle fuori dal governo è meglio tardi che mai”, hanno commentato senza giri di parole.

Gli ipotetici scenari politici

Per le eurodeputate approdate in Europa Verde, è chiaro che la maggioranza di governo si è sgretolata e che la genesi di questa crisi sta in un governo di larghe intese che non può dare risposte alla crisi sociale, economica e ambientale. In una nota congiunta con Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, ritengono che Eleonora Evi abbia attaccato in modo frontale il ministro per la Transizione ecologica, Cingolani.

Quest’ultimo è ritenuto colpevole di aver finito la transizione ecologica con “un bagno di sangue”. Insomma la situazione è veramente al limite del collasso, ma la crisi in Europa è ancora più estesa. Infatti sono diversi gli esecutivi traballanti, con maggioranze in crisi, malumori interni e debolezze politiche. La democrazia e le sue logiche presentano il conto ad una parte dell’Unione europea, dove il vento di crisi di governo soffia su almeno otto Stati membri. Questione di ore e sapremo se ci sarà un Draghi bis, com’è quasi certo. O un colpo di scena.

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