PANDEMIA – TROPPA BUROCRAZIA: VACCINAZIONI A RILENTO PER ECCESSO DI MODULISTICA

La campagna vaccinale procede a rilento anche per l'eccessiva burocrazia che grava suo ogni singolo cittadino sottoposto all'inoculazione del siero. Anziani e disabili i soggetti maggiormente colpiti dalla cervellotica modulistica.

Roma – L’intera campagna vaccinale è costellata da intoppi burocratici di tutti i tipi. Non bastava, infatti, la penuria di di vaccini ci volevano anche fogli e firme a peggiorare la situazione.

L’andamento delle vaccinazioni in Europa è in notevole ritardo rispetto a Stati Uniti e Gran Bretagna e difficilmente si riuscirà in breve tempo a colmare il distacco con l’attuale ritmo della distribuzione al pubblico. A rallentare i tempi dell’inoculazione del siero contribuiscono i moduli di consenso alle somministrazioni partoriti da una cieca burocrazia scollata dalla realtà emergenziale.

Pagine e pagine da compilare e sottoscrivere che hanno indignato persino Guido Bertolaso. Il consulente per l’emergenza sanitaria della Regione Lombardia, dal salotto di Quarta Repubblica, dopo aver rassicurato gli italiani garantendo che da Aprile arriveranno una marea di vaccini, ha ritenuto necessario soffermarsi sui grossi problemi burocratici che riguardano le vaccinazioni:

Guido Bertolaso

“...Per ogni vaccino – ha affermato Bertolaso – c’è un questionario di undici pagine da compilare e questo ci porterebbe a prolungare i tempi. Per questo motivo dobbiamo digitalizzare tutto e la Regione Lombardia si sta già muovendo per la realizzazione di un App...”.

Fintanto che non saranno digitalizzate tutte le Regioni, ammesso che questa possa essere la soluzione, bisogna fare i conti con le decine di fogli da firmare non sempre facilmente comprensibili soprattutto quando il vaccinando è un ospite di una Rsa anziano e invalido, se non addirittura incapace.

Le persone più fragili potrebbero rimanere ostaggio di una lunga trafila burocratica. Compito del direttore sanitario dovrebbe essere quello di garantirne il benessere senza arrovellarsi il cervello per rintracciare un parente entro il terzo grado, pronto ad assumersi la responsabilità del congiunto incapace privo di amministratore di sostegno, né di contattare il giudice tutelare a cui inviare la relazione e attendere l’approvazione.

Da una parte i numerosi casi di contagio e i tanti decessi hanno indotto il Ministero della Salute a dare priorità nella vaccinazione agli ospiti delle case di riposo, dall’altra il Governo nel disciplinare l’adesione ha “burocratizzato” la procedura dell’acquisizione del consenso informato e anziché renderla di semplice interpretazione e attuazione ne ha rallentato l’iter.

Il decreto legge n.1 del 5 gennaio 2021, poi convertito in legge, all’art 5 regola la materia in merito all’autorizzazione al trattamento sanitario del vaccino anti Covid-19 per i soggetti incapaci ricoverati presso strutture sanitarie assistite.

La prassi è talmente complessa che la regione Liguria ha ritenuto di dover dare altre informazioni semplificative. Al momento della vaccinazione, nel caso in cui il beneficiario di Amministrazione di Sostegno non sia in grado di esprimere la propria volontà, l‘AdS a cui non siano stati conferiti poteri sanitari non potrà sottoscrivere il consenso informato ma dovrà richiedere al giudice tutelare il conferimento del potere di rilasciare tale tipo di assenso.

L’istanza dovrà essere presentata al magistrato in tempo utile di modo che in sede di somministrazione del vaccino possa essere esibito il decreto con il quale il giudice tutelare conferisce all’amministratore di sostegno il potere di firma del benestare.

Nella sola ipotesi in cui l’AdS di soggetto incapace di autodeterminarsi non sia un professionista bensì un familiare, e che lo stesso si presenti in occasione della somministrazione del siero non dotato dell’autorizzazione del magistrato tutelare, l’istanza per la ratifica del consenso verrà raccolta in sede vaccinale e successivamente inviata dall’Asl al tribunale di competenza.

I più svantaggiati? Gli incapaci, gli ultimi…

Tutto questo ancora una volta a scapito di chi non ha voce, dei soggetti fragili, di coloro che per la loro condizione andrebbero protetti e avrebbero diritto ad un iter snello e veloce. Gli altri, quando arriverà il nostro turno, potremo continuare a sottoscrivere il solito modulo dichiarando di essere stati informati. Chissà se lo saremo mai davvero.

 

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