Omicidio di Capodanno a Udine: chiesto l’ergastolo per Anderson Dipre Vasquez

Secondo l’accusa, uccise il 31enne Ezechiele Mendoza Gutierrez, cittadino italiano, con premeditazione e ferocia.

Udine – La Procura di Udine ha richiesto oggi l’ergastolo per Anderson Dipre Vasquez, il 35enne dominicano accusato di aver ucciso il connazionale Ezechiele Mendoza Gutierrez, 31 anni e cittadino italiano, nella notte di Capodanno 2024. Il delitto, avvenuto all’esterno del locale “Laghetto Alcione” alla periferia di Udine durante un veglione, è stato definito dall’accusa “un atto gratuito, brutale e immotivato.” Il pm ha chiesto la condanna per omicidio volontario aggravato ed evasione, sottolineando che l’imputato era agli arresti domiciliari e non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Secondo gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Elisa Calligaris, Vasquez ha agito con premeditazione e ferocia. Dopo un diverbio – forse legato a rancori personali o a una donna, come emerso dalle indagini – l’imputato avrebbe rotto un calice di vetro e usato lo stelo come arma, colpendo Mendoza Gutierrez alla gola con un gesto repentino. La vittima, alterata da alcol e cocaina ma in un contesto apparentemente amichevole (lo aveva chiamato “hermano”), è morta poco dopo per una lesione profonda al collo, che ha reciso vasi vitali.

Per la Procura, l’atto non è stato casuale: Vasquez avrebbe scelto un punto cieco delle telecamere esterne, approfittando della minorata difesa della vittima. Dopo il colpo, non ha prestato soccorso né chiamato aiuto, fuggendo invece verso Tarvisio, dove è stato arrestato poche ore dopo. L’aggravante dell’evasione si aggiunge al quadro: il 35enne, già condannato per violazione di domicilio e falsa testimonianza, era uscito di casa illegalmente per partecipare alla festa.

Davanti alla Corte d’Assise di Udine, presieduta dal giudice Paolo Milocco, Vasquez – difeso dagli avvocati Emanuele Sergo e Oreste Dominioni – ha ribadito la sua versione: “Non volevo ucciderlo. Ho colpito per difendermi, sono scappato quando ho visto il sangue, non pensavo fosse così grave.” La difesa punta sulla preterintenzionalità, sostenendo che l’imputato non avesse l’intenzione di provocare la morte e che il calice si sia rotto accidentalmente durante una colluttazione.

Le immagini delle telecamere interne, pur non nitide, mostrano i due vicini nella veranda del locale poco prima dell’aggressione. Testimoni – tra cui il buttafuori e altri avventori – hanno riferito di un clima non ostile fino al colpo fatale, ma il medico legale Antonello Cirnelli ha escluso la casualità: “La profondità della ferita, fino alla settima vertebra, indica un gesto intenzionale con un oggetto già spezzato.”

La richiesta di ergastolo arriva dopo un iter giudiziario complesso. Il gup Giulia Pussini aveva rigettato il rito abbreviato a dicembre 2024, accogliendo le aggravanti dei futili motivi, della minorata difesa e dell’evasione. In aula, presenti i legali di parte civile Roberto Mete, Luca Umana e Antonio Todaro, che rappresentano i genitori di Mendoza Gutierrez, Pedro Antonio e Daysi Maria. “La famiglia chiede giustizia per un gesto che ha distrutto una vita,” ha dichiarato Mete.

L’accusa ha escluso attenuanti generiche, puntando sul “mancato pentimento” di Vasquez e sulla sua “ricostruzione non veritiera.” Dopo la requisitoria del pm, la parola passa ora alle parti civili e alla difesa, con le arringhe attese nelle prossime udienze.

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