Il governo corre ai ripari per dare ossigeno a famiglie ed imprese, così annulla le aliquote relative agli oneri generali di sistema per le utenze domestiche, aziendali e professionali in bassa tensione, oltre che per le utenze con potenza disponibile superiore a 16,5 kW.
Roma – Una boccata d’ossigeno davvero minima mentre si poteva dare di più. Si tratta, in particolare, delle piccole utenze come negozi, piccole e medie imprese, attività artigianali, commerciali o professionali, capannoni e magazzini, o per usi di illuminazione pubblica o di ricariche pubbliche di veicoli elettrici.
Sono inoltre assoggettate all’Iva al 5% le somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali, mentre non aumentano e sono mantenute al livello del secondo trimestre le aliquote relative agli oneri generali di sistema per il gas naturale.
È prevista una ulteriore riduzione degli oneri di sistema per il settore del gas con particolare riferimento agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno. Previsto anche un contributo per il contenimento dei prezzi del gas da parte dei soggetti titolari di contratti pluriennali di importazione di gas naturale.
Inoltre il decreto prevede che il bonus sociale per l’energia elettrica, ovvero le agevolazioni tariffarie per la fornitura di energia elettrica in favore dei clienti domestici economicamente svantaggiati ed in gravi condizioni di salute, sia riconosciuto anche per il primo trimestre 2022.
Pertanto i bonus annuali riconosciuti agli aventi diritto decorrono dalla data del 1° gennaio 2022. Le soglie di reddito per accedere ai bonus sono 8 mila euro per il primo trimestre 2022, 12 mila per il secondo e terzo trimestre 2022.
Il Consiglio dei Ministri ha così approvato in maniera definitiva un decreto legge che introduce misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas per il terzo trimestre 2022 e per garantire la liquidità delle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale.
L’intenzione del governo è stata quella di proteggere il potere d’acquisto delle famiglie e salvaguardare la competitività delle imprese.
Ma fino a quando non si risolverà il rebus del cuneo fiscale, nonostante tutte le risorse introdotte contro gli aumenti, non vi saranno bonus ed agevolazioni che potranno ridare competitività e fiducia a lavoratori ed imprese. Nel frattempo il governo fa una parziale marcia indietro e prova a mettere una pezza sulla tormentata vicenda del Superbonus 110%.
Con un emendamento al dl Aiuti depositato presso le commissioni Bilancio e Finanze della Camera, l’esecutivo propone di ampliare la platea a cui è possibile cedere il credito fiscale a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti, che però abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente. Forse, in tal modo, si potranno cedere i crediti a società, professionisti e partite Iva con la sola esclusione dei privati.
L’intento sarebbe quello di riattivare la cessione dei bonus, che si era inceppata creando allarme tra le imprese. Il blocco del Superbonus scaturito dagli interventi correttivi del governo sta avendo un effetto devastante sull’economia. L’incertezza e lo stop and go non aiutano. I malumori sono anche politici, con il Movimento 5 Stelle contrariato dalla presa di posizione così netta del governo su una misura che considera sua.
Il ministro Pd del Lavoro e delle politiche Sociali, Andrea Orlando, ha provato a stemperare, ma l’incertezza regna sovrana, perché quel che sembra certo è che si voglia uscire, anche se gradualmente, dall’incentivo del superbonus.