Quella che sembrava una possibile alleanza nella regione si è rivelata invece un’illusione. Il Movimento 5 Stelle rilancia con un nuovo nome, mentre il Pd pensa a un altro leader.
Roma – Iniziata al Senato la discussione generale sulla manovra di bilancio, oggi ci sarà la votazione per appello nominale sulla fiducia che verrà posta dal Governo. Lo ha stabilito all’unanimità la Conferenza dei Capigruppo. Le opposizioni insorgono per il poco tempo riservato alla discussione, ma l’esito appare scontato. A fine mattinata è prevista la consueta conferenza stampa di fine anno del premier Meloni.
Intanto, nel Lazio, il matrimonio tra il Pd e il M5S è definitivamente tramontato per diversi motivi. Uno dei quali è quello del termovalorizzatore, che aveva fatto andare su tutte le furie i vertici del Pd e in particolare Nicola Zingaretti. Tra i punti del programma dell’ex premier spuntava, tra gli altri, lo slogan “mai termovalorizzatori”, come quello che invece il sindaco dem Roberto Gualtieri aveva deciso di costruire a Roma e chissà fra quanti anni. Ma al di là delle questioni programmatiche il nodo termovalorizzatore sembra uno specchietto per le allodole.
È chiaro che Conte vuole puntare sulla corsa solitaria nella Regione Lazio per sottrarre più voti possibili ad un Partito Democratico immerso nella sfida congressuale. Una decisione, peraltro, che ha già premiato il suo movimento alle elezioni politiche del 25 settembre. Così è stata presentata ufficialmente la candidata del M5S alla Regione Lazio. È Donatella Bianchi, ex presidente del WWF Italia, che su Rai1 conduce il programma Linea Blu, a sfidare Alessio D’Amato, per il centrosinistra e Francesco Rocca, per il centrodestra. Lo annuncia Giuseppe Conte:
“Incarna perfettamente i valori del movimento – dice l’ex Premier – rappresenta al meglio il nostro programma politico, sociale e ambientale. Una candidata che, insomma, per i pentastellati va oltre gli schieramenti e potrebbe sollecitare l’interesse di molti cittadini laziali“.
In sostanza Conte non appoggerà D’Amato, a differenza di quello che accadrà in Lombardia dove i 5 Stelle saranno, invece, alleati con il Pd. Nel Lazio, ritiene l’ex premier, D’Amato è il punto di caduta del Pd dopo una guerra interna tra correnti e capibastone. Conte evidenzia che avevano fatto delle richieste programmatiche, che però sono cadute nel vuoto. Infatti, i dem hanno fatto sapere che il nome da loro scelto non poteva essere posto in discussione. Ma il fatto più grave è che il Pd si è rinchiuso in una torre d’avorio senza voler parlare, neanche di programmi da condividere. Conte, dunque, rompe definitivamente almeno nel Lazio, con il Pd, sicuro che con l’ingresso in campo della giornalista, si possano rafforzare le istanze “ambientaliste” del M5S e promuovendo in questo modo il nuovo profilo politico del suo partito.
In buon sostanza è un progetto che va oltre la campagna elettorale regionale. Nel frattempo la battaglia congressuale dei dem si arricchisce di un “nuovo candidato”. Si tratta di Gianni Cuperlo che si aggiunge, dopo essersi già candidato nel 2013 alla segreteria del Pd, a Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli. Dieci anni fa Cuperlo fu sconfitto nelle primarie del Pd da Matteo Renzi, il quale gli offrì la carica di presidente del partito dalla quale si dimise subito dopo.