‘NDRANGHETA ALL’ASSALTO, ALTRO CHE VIRUS

Se lo Stato si porrà in maniera irresponsabile nei confronti dei suoi obblighi morali, le conseguenze potrebbero essere devastanti e letali, più dello stesso virus. Il monito di Nicola Gratteri

La regressione economica indotta da Covid-19 potrebbe amplificare il potere mafioso in alcuni territori del Paese? Nello specifico, le lacune del carattere assistenzialista dello Stato potranno favorire le associazioni come ‘ndrangheta e cosa nostra? Secondo il procuratore distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri la risposta è sì.

Le recenti dichiarazioni del magistrato fanno intendere che proprio le zone d’ombra dimenticate dai decreti governativi verranno sfruttate dalle organizzazioni criminali per radicare maggiormente la propria influenza nella società. Gli investimenti che verranno pianificati dalle varie ‘ndrine locali saranno mirati ad amplificare nell’immaginario popolare l’assenza dello Stato, creando una spaccatura ancor più profonda tra centro e periferia. Secondo il procuratore, infatti, proprio l’usura verrà utilizzata come caposaldo per la proliferazione del potere illegale nel Mezzogiorno.

“…Gli imprenditori avranno difficoltà – spiega Gratteri – e siccome hanno bisogno di liquidità, cioè di soldi veri in mano, chiederanno prestiti a chi è in grado di fornirglieli. Certo, molto dipenderà anche dalla durata di questo blocco. Non è solo una questione di pagare o non pagare le tasse per gli imprenditori ma piuttosto di disporre di liquidità, di denaro contante…”

La realtà meridionale in questi giorni è diventata una bomba ad orologeria pronta per l’esplosione. L’escalation di furti e il relativo aumento dei contingenti delle Forze dell’Ordine per le strade del Sud Italia fanno intravedere all’orizzonte momenti di estrema tensione.

Il contesto sociale molto più fragile, dove il lavoro nero e occasionale primeggia su quello indeterminato, potrebbe catapultare tra i tentacoli della ’ndrangheta un numero importante di lavoratori che durante la prossima crisi economica si sentiranno abbandonati e disperati. Ad oggi, però, Roma sembra ignorare le differenze antropologiche tra Nord e Sud, rischiando di acuire il disagio a carico di quest’ultimo

“… I sodalizi criminali – ha aggiunto il capo della Dda di Catanzaro alle agenzie di stampa – si presenteranno come benefattori, come gente che aiuta chi ha bisogno: i poveri. Questo lo fanno da sempre. Daranno ai disperati 30 euro al giorno per un lavoro in nero e costoro si sentiranno, sul piano psicologico, ancora più riconoscenti verso chi gli darà sostegno…”.

 

Le mazzette in cambio di favori.

Le parole di Gratteri aiutano, ancora una volta, a comprendere le dinamiche utilizzate dalle organizzazioni mafiose per assoggettare la popolazione più bisognosa. Questo che siamo vivendo, però, è un momento catartico. Una fase storica che potrebbe riscrivere totalmente la storia della nostra nazione e non solo. Mai come adesso l’azione del governo di Roma deve essere totale, organica e spregiudicata nella lotta all’evasione e alla criminalità organizzata. Il CoVid- 19, per quanto paradossale possa risuonare, ci sta offrendo un’opportunità unica per riscrivere totalmente le regole interne del Bel Paese.

Se lo Stato si assumerà le responsabilità di accentrare maggiormente il potere, e congiuntamente dare una spinta ai poteri esterni – economici, finanziari o malavitosi che siano – per mettere al centro del nuovo progetto il lavoro e la dignità dei cittadini, dalle macerie lasciate da questo virus potrà germogliare un nuovo fiore di speranza. Al contrario se lo Stato si porrà in maniera irresponsabile nei confronti dei suoi obblighi morali, le conseguenze potrebbero essere devastanti e letali, più dello stesso virus.

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