Louis Dassilva resta in carcere anche per il Riesame, mentre il suo alibi vacilla

Omicidio Paganelli: nelle mani della Procura un’intercettazione tra la moglie e l’indagato, in cui la donna esprime incertezza sulla sua versione dei fatti.

Rimini – Il Tribunale del Riesame di Bologna ha respinto la richiesta di scarcerazione di Louis Dassilva, 35enne senegalese unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, 78 anni, uccisa con 29 coltellate il 3 ottobre 2023 nel garage condominiale di via del Ciclamino a Rimini. La decisione, arrivata dopo l’udienza del 17 aprile, segue il rigetto analogo del GIP di Rimini Vinicio Cantarini e conferma la linea della Procura, guidata dal PM Daniele Paci, che ritiene Dassilva responsabile del delitto per motivi legati alla sua relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora della vittima. Nuove prove, tra cui un’intercettazione ambientale che mina l’alibi fornito dalla moglie Valeria Bartolucci e la testimonianza di Manuela Bianchi, hanno rafforzato il quadro accusatorio, nonostante l’assenza del DNA di Dassilva sulla scena del crimine.

Dopo un’udienza di quasi sette ore il 17 aprile 2025, il Tribunale del Riesame di Bologna ha confermato la custodia cautelare in carcere per Louis Dassilva, in carcere dal 16 luglio 2024. La difesa, rappresentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, aveva chiesto la revoca della misura cautelare, forte del ricorso accolto in Cassazione a gennaio 2025, che aveva rilevato carenze motivazionali nella precedente decisione del Riesame del 9 settembre 2024. Tuttavia, i giudici bolognesi, esaminando nuovi elementi presentati dalla Squadra Mobile di Rimini, hanno ritenuto che gli indizi a carico di Dassilva giustifichino la sua permanenza in carcere. La decisione, annunciata il 18 aprile, è stata accolta con soddisfazione dai familiari di Pierina Paganelli, assistiti dagli avvocati Marco e Monica Lunedei, che hanno lodato il lavoro della Procura e della polizia

Dassilva, durante l’udienza, ha rilasciato una dichiarazione spontanea: “Sono innocente, sono venuto in Italia per cercare fortuna, non guai.” La sua versione, però, non ha convinto i giudici, che hanno ritenuto “credibile” la ricostruzione della Procura, supportata da intercettazioni, analisi telematiche e testimonianze, in particolare quella di Manuela Bianchi.

Un elemento chiave della decisione è un’intercettazione ambientale del 1° novembre 2023, captata in auto tra Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, e l’indagato. La donna, parlando del delitto, ha espresso incertezza sulla sua versione dei fatti: “Se ero sveglia a quell’ora… questa cosa io non la so… cosa gli dico… non lo so!” Queste parole, per la Procura, smentiscono l’alibi fornito dalla Bartolucci, che aveva dichiarato di aver visto Dassilva sul divano la sera del 3 ottobre 2023, escludendo la sua presenza nel garage al momento dell’omicidio (circa 22.11). Gli inquirenti interpretano l’intercettazione come un’ammissione di “assoluta incertezza” sulla presenza del marito, collocandolo potenzialmente sulla scena del crimine.

Valeria Bartolucci e il marito Louis Dassilva

La Bartolucci, indagata separatamente per stalking nei confronti di Manuela Bianchi, aveva sempre sostenuto la versione del marito, ma le sue parole, unite a osservazioni sul suo stress post-delitto (“Sei stressato, lo vedo”), hanno rafforzato i sospetti degli investigatori.

Manuela Bianchi, nuora di Pierina e amante di Dassilva, ha fornito una testimonianza cruciale durante un incidente probatorio tra marzo e aprile 2025. Dopo essere stata indagata per favoreggiamento per aver taciuto per oltre un anno, la donna ha ritrattato la sua versione iniziale, ammettendo di aver incontrato Dassilva nel garage la mattina del 4 ottobre 2023, poco prima di scoprire il cadavere della suocera. Secondo Bianchi, fu Dassilva a indicarle il corpo oltre la porta tagliafuoco e a suggerirle come comportarsi per allertare i soccorsi, chiedendole di dire che era stata lei a chiamarlo dal terzo piano.

Questa ricostruzione è supportata da un’analisi telematica: il contapassi di Bianchi ha registrato 90 passi, sufficienti per scendere al primo piano e chiamare un vicino, ma non per salire al terzo piano, come inizialmente dichiarato. Una salita al terzo piano avrebbe richiesto circa 200 passi, smentendo la sua versione originaria. Inoltre, un’analisi fonometrica di un audio captato da una telecamera vicina al garage ha isolato una conversazione tra Bianchi e Dassilva, confermando l’incontro.

Bianchi ha anche riferito che Dassilva temeva che Pierina potesse scoprire la loro relazione extraconiugale, ipotizzando che la donna potesse ingaggiare un investigatore privato, come aveva fatto anni prima con l’ex marito. Questo timore, secondo la Procura, sarebbe il movente del delitto, insieme ai contrasti familiari tra Bianchi e la suocera.

Un’ulteriore prova è emersa dall’analisi fonometrica di un audio registrato da una telecamera nel garage vicino alla scena del crimine. Il dispositivo ha catturato le urla strazianti di Pierina Paganelli durante l’aggressione, avvenuta dopo le 22.10 del 3 ottobre 2023. Il perito della Procura ha identificato una voce maschile compatibile con quella di Dassilva, sovrapposta alle urla della vittima. È stata rilevata anche una possibile voce femminile, potenzialmente compatibile con quella di Manuela Bianchi, ma gli inquirenti escludono il coinvolgimento diretto di Bianchi nel delitto, ipotizzando che la voce possa provenire dall’esterno o richiedere ulteriori accertamenti. Il perito della difesa, invece, ha negato la presenza di voci diverse da quelle della vittima.

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