HOME | LA REDAZIONE

Legge di Bilancio, ma non solo. Dicembre rovente per il Governo

Tanti i provvedimenti da approvare per la nuova maggioranza. Ma i tempi sono strettissimi e le decisioni cruciali per il futuro del Paese.

Roma – Tra i tanti dossier finiti al centro del confronto con i vertici dei diversi ministeri coinvolti nel piano di interventi e con gli enti territoriali, uno spazio centrale è stato occupato dalle regole della concorrenza e dalla semplificazione necessaria al Codice degli appalti. I tecnici della task force Ue sono al lavoro.

Per il nuovo Codice appalti gli inciampi sono dietro l’angolo, tanto che in questi mesi nei bandi PNRR dall’Istruzione all’Ambiente si è tanto discusso sull’esigenza di individuare subito i colli di bottiglia da liberare, per non ingolfare con procedure farraginose le varie fasi. Le incognite sono su più livelli. Per i decreti già approvati c’è, per esempio, un cammino a singhiozzo nei territori, come mostrano i ritardi di alcune regioni, soprattutto meridionali, nella ridefinizione della “governance” del servizio idrico. Per altri ancora in cantiere ci sono invece decisioni politiche non semplici da prendere per la nuova maggioranza.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la sua squadra di ministri al Governo.

È il caso del nuovo tentativo di riforma dei servizi pubblici locali e ancora tanti altri. Complice un inedito avvio di legislatura autunnale, dicembre è un mese di fuoco per la maggioranza di governo, con una serie di provvedimenti da approvare in tempi ristretti, più di quanto accade di solito a fine anno. Tutto ruota naturalmente intorno alla legge di Bilancio, da approvare entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio, ma che arriverà alla Camera solo a partire dal 20. Una volta approvata, si presume entro Natale, passerà al Senato, che avrà margini ristretti per chiuderla prima del 29 dicembre, per consentire quindi un’eventuale terza lettura a Montecitorio in caso di modifiche.

Si discute di ampliare le misure fiscali a vantaggio del Sud. Elevare le pensioni minime fino a 600 euro per gli anziani. Allargare la decontribuzione per l’assunzione dei giovani fino a 8mila euro. Rivedere “Opzione donna”. Estendere il mese aggiuntivo del congedo di maternità anche alla paternità. Tanti i temi principali da affrontare. Inoltre, in questi primi 50 giorni di attività il Governo ha varato una serie di decreti-legge, come quello sul rave party e il Dl aiuti quater, che dovranno essere convertiti tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Ai quali si aggiungono il decreto per l’invio di armi in Ucraina, che il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì 1 dicembre, insieme a quello per far fronte all’alluvione di Ischia.

Il tema delle pensioni minime è tra i più pressanti per il Governo Meloni.

Nel frattempo, è all’ordine del giorno dell’aula della Camera la conversione in legge del testo che dispone il riordino delle competenze di alcuni ministeri, in scadenza il 10 gennaio 2023 e calendarizzato in Senato nella settimana prima di Natale. Nelle stesse giornate è programmato l’esame del Dl Aiuti quater, in scadenza il 17 gennaio 2023. Insomma, un’altra corsa contro il tempo, visto che a Montecitorio dovrà concludersi l’esame dopo Natale e prima di San Silvestro. Rinviata la seduta comune del Parlamento per l’elezione dei componenti laici del Csm, non mancheranno comunque altri appuntamenti di rilievo, come l’insediamento della commissione di Vigilanza Rai, l’elezione del presidente e le comunicazioni, il 13 dicembre, del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 15 e 16. Insomma, una serie di appuntamenti e salti a ostacoli variabili che impongono lucidità e visione.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa