Le ritoccatine al Pnrr sono necessarie

Il Piano si deve adeguare con i tempi che corrono poichè era stato concepito prima della guerra ovvero prima dei fortissimi rincari e delle sporche speculazioni sugli energetici. Insomma speriamo che il presidente Meloni riesca a fare uscire il Bel Paese da questo terribile impasse economico che strozza gli italiani. E sempre occhio agli alleati.

Roma – Le prospettive del PNRR col nuovo esecutivo. Che ne sarà del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, questo demiurgo che avrebbe dovuto rilanciare l’’asfittica economia italiana dopo la pandemia e permettere lo sviluppo green e digitale col governo Meloni? Nonostante il partito della Premier, Fratelli d’Italia, sia stato l’unico all’opposizione del governo Draghi, la nuova pasionaria della destra italiana non ha potuto non accodarsi alla linea del governo uscente. I numeri per l’Italia confermano la loro inesorabilità.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 26-04-2021 Roma Politica Camera dei Deputati – Comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi sul Recovery plan Nella foto Il PNRR Photo Roberto Monaldo / LaPresse 26-04-2021 Rome (Italy) Chamber of Deputies – Communications by Prime Minister Mario Draghi on the Recovery plan

Nell’ultimo ventennio la crescita economica è stata del 4%, mentre Francia e Germania del 20%, collocando il nostro Paese agli posti di coda in Europa nella scala della crescita. Alla crescita bassa o quasi nulla si è sommato l’aumento dell’inflazione giunta al 9% nell’aerea euro. Questo fatto ha comportato l’intervento della Banca Centrale Europea (BCE) che ha rialzato, dopo undici anni, il tasso di interesse. In concreto, il denaro costerà di più, con ripercussioni facilmente immaginabili per famiglie ed imprese. Questa decisione fa il paio con quella del primo luglio scorso quando la BCE ha posto fine all’acquisto di titoli di stato, creando difficoltà ulteriore a quei Paesi come il nostro con un elevato debito pubblico.

Banca Centrale Europea

La Meloni ha sostenuto che il PNRR è un’eccellente opportunità per l’ammodernamento del nostro Paese, anche se le difficoltà sono numerose a causa di limiti strutturali e per la presenza di una burocrazia che ha sempre frapposto lacci e laccioli finanche all’utilizzo dei fondi europei per la programmazione ordinaria. Il nuovo governo si ritiene pronto a ottimizzare i fondi concessi: i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi di prestiti del Next Generation Eu. Quest’ultimo è un fondo di 750 miliardi di euro approvato nel 2020 dal Consiglio europeo per sostenere gli Stati membri colpita dal covid-19.

Bisogna concordare – ha ribadito la Meloni– con l’Europa gli aggiustamenti necessari, visti i recenti rincari dei prezzi delle materie prime e la crisi energetica. L’approccio a queste materie dovrà essere pragmatico e non ideologico. Non poteva mancare la considerazione del PNRR non come mero piano di spesa pubblica, ma come occasione da cogliere per un’autentica svolta culturale. E come dovrebbe realizzarsi? Semplice: mettendo da parte la logica del bonus, spesso utilizzati per scopi elettorali e proporre investimenti di medio termine per il benessere dell’intera comunità nazionale. Per attuare questa politica abbiamo bisogno di stabilità politica.

Infatti la Meloni si è augurata che la legislatura possa durare i cinque anni previsti dalla legge. Questo traguardo sembra in salita considerati i comportamenti dei due soci di maggioranza, Salvini e Berlusconi, che non sono sembrati, e non sembrano, così affidabili. “Chi vivrà vedrà” si suole dire in questi casi. Comunque non si è mai sentito dire da un Presidente del Consiglio che l’intento del governo non sia per l’interesse della comunità nazionale. Visti i risultati finora ottenuti, forse, sarebbe meglio omettere questa frase retorica ed andare subito al sodo. O no?

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