Già la siccità dello scorso anno aveva creato molti problemi all’agricoltura italiana. Quest’anno si è aggiunta una sorta di “guerra dell’acqua” tra Lombardia e Piemonte.
Roma – In quest’ultima regione il forte timore è rappresentato dalla perentoria riduzione, se non l’arresto totale, delle forniture di acqua del Lago maggiore dalla diga della Miorina a Sesto Calende, che rappresenta un tassello importante nel sistema di gestione delle acque del Ticino in quanto regola il livello del lago. Il notevole abbassamento del suo livello ha già costretto la società di navigazione pubblica del Verbano a diminuire il flusso dei traghetti ed a non utilizzare alcuni attracchi sulla sponda lombarda. Il Verbano è una parte del territorio della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, della provincia di Varese e di alcuni comuni lacustri del Canton Ticino e rappresenta tutte le aree intorno al Lago Maggiore.
Il motivo della carenza d’acqua va ricercato nel forte abbassamento del livello del lago. A Sesto Calende, infatti, è di 30,5 centimetri sotto lo zero idrometrico, mentre quello dell’invaso è di 192,71 metri sul livello del mare, calato di poco meno di 30 centimetri. Gli esperti sostengono che il calo è riscontrabile anche nella misurazione dell’afflusso, il cui minimo è calcolato in 52,8 metri cubi al secondo, pari al 18,3% della media. Se si pensa che, nell’arco di una settimana, nella diga della Miorina sono stati rilasciati 124 metri cubi al secondo, equivalenti al 46,8% della media, sono diminuiti ben 53 metri in meno, ci si rende conto della gravità della situazione. L’abbassamento è stato deciso per preservare la possibilità di poter assicurare il trasporto pubblico della Navigazione.
Altrimenti se si raggiungesse quota -40 sullo zero idrometrico, si rischierebbe la chiusura delle attività, con gravi ripercussioni sull’economia del settore. Tuttavia la riduzione dell’acqua in uscita verso il Ticino sta procurando preoccupazione tra gli agricoltori del consorzio irriguo Est Sesia. Quest’ultimo, con sede centrale a Novara, si occupa delle zone d’irrigazione “Diramatore Quintino Sella” e “Diramatore Vigevano. E’ il maggior Consorzio di irrigazione italiano con oltre 25 mila consorzisti. Infatti, il consorzio ha comunicato alla Regione Piemonte che è in procinto di chiudere totalmente il canale Regina Elena. Ovvero, l’infrastruttura principale del sistema irriguo novarese e della vicina Lomellina.
La Regione ha invitato il Consorzio, comunque, a garantire la quantità d’acqua necessaria ed essenziale per preservare il complesso momento della spigatura del riso. Tutto questo per non avere forti cali della produzione, visti quelli già subiti nel corso del 2022, pur nella consapevolezza che il servizio di navigazione è prioritario, in quanto servizio di trasporto pubblico. Il rischio è che, proseguendo su questa strada, fra qualche anno, non ci sarà nemmeno una goccia d’acqua, altro che servizio pubblico di navigazione! Non vorremmo che per utilizzare la poca acqua a disposizione non si scateni una “guerra” tra i coltivatori di riso piemontesi e quelli lombardi, come nelle antiche tradizioni medioevali! Che brutti tempi!