LASTRA A SIGNA – RITROVATO MORTO UN CAGNOLINO AFFOGATO CON UNA STRANA ZAVORRA.

Le Guardie Zoofile dell'Enpa proseguono gli accertamenti nel tentativo di identificare il delinquente che ha ucciso il cane in maniera cosi crudele. Si tratterebbe di un individuo della zona che ben conosce il lago.

Lastra a Signa – Ancora un gesto aberrante contro un animale indifeso. La vile mano dell’uomo ha colpito, questa volta, a Lastra a Signa, in provincia di Firenze. Il fattaccio risale alla scorsa settimana quando un cittadino, passeggiando sulle rive del lago di Bellosguardo, nei pressi di Villa Carusa, notava uno strano involucro di colore marrone galleggiare sull’acqua.

Lo strano involucro galleggiante.

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Incuriosito si avvicinava all’oggetto galleggiante e si accorgeva che si trattava della carcassa di un povero cane di piccola taglia, legato al collare con un guinzaglio che, a sua volta, era annodato ad un pesante sottovaso di coccio che fungeva da zavorra per permettere lo sprofondamento dell’animale. Immediatamente l’uomo avvisava il nucleo Guardie Zoofile dell’Enpa che provvedeva all’accertamento e al recupero della carcassa del cane con l’aiuto dei Vigili del Fuoco di Firenze Ovest.

Il recupero del cagnolino morto e della strana zavorra.

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Purtroppo l’avanzato stato di decomposizione del quattro zampe ha reso impossibile l’individuazione dell’eventuale microchip per risalire al proprietario, come anche il riconoscimento del sesso del cagnolino che non superava gli otto chili di peso e portava un collare a pois bianchi e rosa. L’area in cui è avvenuto il reato, in realtà, sarebbe un ex lago da pesca sulle colline ed è conosciuta da chi frequenta la pesca sportiva e dai residenti nelle abitazioni sparse della zona. Di conseguenza si suppone che chi abbia ucciso materialmente il cagnolino potrebbe essere un individuo che ben conosce i luoghi. Inoltre il crimine sarebbe avvenuto nella parte opposta ovvero nell’ex ingresso principale del lago dove l’accesso è limitato da uno stretto sentiero immerso nella vegetazione. Il responsabile dell’atto di crudeltà aveva tutte le intenzioni di portare al termine il suo piano balordo, portandosi appresso il pesante contenitore di coccio e il cane.

Le Guardie Zoofile dell’Enpa durante il recupero del cadavere e di altri reperti.

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Il corpo senza vita dell’animale è stato consegnato ai Servizi Ambientali di Alia Firenze per lo smaltimento. Ricordiamo che, nell’ordinamento giuridico italiano,  l’uccisione di un animale è un reato previsto dall’articolo 544-bis del codice penale ai sensi del quale “…Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni…”. Dell’accaduto è stata informata la Procura competente per il più a praticarsi.

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