Musumeci si aspetta da Conte la soluzione all'esodo di massa ma senza la partecipazione dell'Europa sarà difficile venirne a capo se non con i soliti interventi palliativi.
Lampedusa – Persone ammassate in spazi ridottissimi e in precarie condizioni igieniche e sanitarie. Si presenta così l’hotspot di Lampedusa che al momento ospita circa mille migranti a fronte di poco meno di 200 che ne potrebbe contenere. A divulgare le immagini del centro agrigentino è stato il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che, a poche ore dall’incontro con il Premier Giuseppe Conte, mostra la situazione che si è presentata davanti agli occhi dei componenti della task force che, dopo Pozzallo, si è recata nell’Isola agrigentina per verificare l’idoneità della struttura da un punto di vista sanitario.
“…Ecco le condizioni dell’hotspot di Lampedusa accertate dalla nostra task force – ha commentato Musumeci – adesso che si fa? Si dice che è realtà virtuale? Purtroppo è la dimostrazione di quello che diciamo da tempo: i diritti umani vanno praticati, non predicati. Altrimenti è solo retorica. Retorica dell’accoglienza che tante volte diventa business dell’accoglienza. Io non sono disponibile a girarmi dall’altra parte. E della sicurezza sanitaria del territorio io sono e mi sento responsabile…”.
E intanto, in attesa dell’incontro romano sulla questione migranti, a tenere banco è ancora la decisione del Tar di Palermo che ha sospeso l’ordinanza del governatore Musumeci sullo sgombero degli hotspot e la chiusura dei porti. Il presidente della Regione, da giorni, lamenta che, nonostante ne avesse fatto richiesta, i giudici del tribunale Amministrativo non lo hanno convocato per ascoltare le sue motivazioni. Un’accusa, quella del governatore dell’Isola, rispedita al mittente dal Tar che, attraverso l’ufficio stampa, racconta un’altra versione dei fatti:
“…La Regione Siciliana ha «formalmente presentato» la richiesta di audizione davanti a Tar Palermo dopo la decisione del Governo nazionale di impugnare l’ordinanza del presidente Nello Musumeci di chiusura dei centri per migranti nell’isola, poi sospesa cautelativamente, ma ad un indirizzo telematico errato e comunque tardivamente…”.
Che stranezza. In ogni caso l’audizione delle parti nel giudizio cautelare monocratico non è obbligatoria. E dalla Regione non si è fatta attendere la replica:
“…Il codice del processo amministrativo prevede che per il decreto monocratico il presidente del Tribunale possa sentire le parti, anche informalmente. Nel caso del ricorso notificato alla Regione, proprio perchè si tratta di richiesta informale, l’avvocato generale ha dapprima chiamato il presidente del Tar, che gli ha riferito di non essere a Palermo, e poi ha inoltrato una pec all’indirizzo pubblicato nel sito della Giustizia amministrativa, quando si è appreso che il procedimento sarebbe stato deciso dalla presidente di quella sezione. Non si comprende la ragione per cui si faccia riferimento, nel comunicato diffuso, a una specifica casella di posta elettronica per la ricezione degli atti trattandosi di un procedimento cui il codice del processo amministrativo riconosce formalità, soprattutto se la decisione deve avvenire in poche ore. La realtà è molto più semplice: il decidente ha ritenuto di pronunciarsi inaudita altera parte, scelta che il rito consente, ma che in situazioni come questa avrebbe meritato, a nostro avviso, ben altra sensibilità. Come i fatti di questi giorni stanno inequivocabilmente dimostrando…”.
Polemiche su polemiche, insomma, che continuano ad infiammare il dibattito sulla questione migranti e che lasciano presagire un lungo ed intenso confronto tra il presidente Musumeci e il premier Giuseppe Conte. Un colloquio, quello delle 15 di oggi, che potrebbe rimanere sterile, senza essere oscuri veggenti, attesa la gravissima situazione venutasi a creare e affrontata nel tempo alla carlona. Apposta per non essere risolta?
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