Diversi studi tentano di smascherare la “vocazione” della bugia, che appartiene senza discriminazioni sia alle donne che agli uomini.
Roma – Le bugie non hanno le gambe corte! La tradizione popolare ci ha sempre raccontato il contrario. Nel senso che non si possono nascondere per lungo tempo. Prima o poi, la verità verrà a galla, quindi è sconveniente raccontarle. I motti popolari, così come le fiabe, spesso enfatizzano alcuni aspetti della realtà, prospettando un’immaginario meno amaro della realtà. Pare che le bugie invece servano per affrontare meglio i conflitti e darsi un’immagine di sé migliore di quanto appaia. Per essere credibile, la bugia deve essere inserita come corollario in fatti veri.
L’Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, già nota per il trattato, che varò l’unione economica e monetaria (UEM), firmato il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore il 1º novembre 1993, ha effettuato uno studio su un campione di 194 persone, alcuni dei quali autodefinitisi dei bugiardi eccellenti. Il risultato è stato che la maggioranza delle bugie viene raccontato da una cerchia ristretta, una sorta di élite, il 40% dello studio. Anche se un pò tutti, di tanto in tanto, se la raccontano, ci sono i “bugiardi patentati”, i quali nel raccontare frottole sorvolano intenzionalmente su alcune informazioni a vantaggio di altre.
Ma i professionisti della menzogna vi hanno aggiunto la capacità di saper narrare una storia plausibile, rendendo ancora più complicato districarsi tra tante balle. Secondo gli autori, si mente per tornaconto personale e come ci informa l’antropologia si usa la cosiddetta intelligenza machiavellica per mistificare la realtà a proprio vantaggio. Alcune ipotesi hanno sostenuto che lo sviluppo dell’intelligenza è stata possibile proprio grazie ai sotterfugi.
Dunque il mondo si fonda sulle bugie, tanto è vero che i bugiardi sono facilitati nelle ricerche del lavoro e del partner. In questa particolare… “vocazione“, pare che non ci sia discriminazione di genere, in quanto maschi e femmine mentono più o meno allo stesso modo. Se esistono le cosiddette “bugie innocenti”, quelle che si dicono quando si incontrano persone per la prima volta, il problema si pone allorché si raccontano frottole a sé stessi. Molte persone, infatti, si ritengono migliori di quello che appaiano, per sentirsi più sicure nell’affrontare le situazioni.
Questo succede anche quando pensano di avere gli strumenti idonei per scoprire i mentitori. In realtà, molti studi hanno dimostrato il contrario, ovvero di essere sprovveduti nel capire chi racconta balle e chi no. Sembra che, finanche, gli investigatori non siano affatto più bravi delle persone comuni nello smascherare l’ingannatore. Nella realtà esistono persone con un fiuto notevole nello scoprire i bugiardi. Si tratta di vere e proprie rarità. tanto che in uno studio dell‘Università della California, solo 20 perone su 12 mila hanno manifestato grande abilità nello scoprire i lestofanti di turno. Sono alcuni piccoli movimenti dei muscoli facciali che stabiliscono se uno se la racconta o dice la verità.
Da uno studio è emerso chi i bugiardi avevano la pupilla più stretta, fissavano più a lungo un determinato punto prima di allontanare lo sguardo e gli occhi spaziavano intorno di meno rispetto a chi dice la verità. Secondo uno studio dell’Università di Monaco, Germania, l’innamoramento è la condizione ideale per raccontare frottole. Le bugie, sono, dunque, connaturate all’indole umana? Parrebbe proprio di sì per i motivi summenzionati. I politici ne hanno fatto un’arte sopraffina per sedere sui più alti scranni del potere!