La prepotente intrusione della tecnologia nella vita sociale di ognuno di noi ha prodotto il trasferimento di molte attività nella forma online. A questo processo non poteva sottrarsi la “truffa”. E sono sempre di più gli Arsenio Lupin della rete.
Roma – Secondo la giurisprudenza questo reato si concretizza quando “il truffatore induce qualcuno in errore utilizzando artifizi o raggiri, al fine di ricavare un ingiusto profitto con altrui danno”. Stranamente, l’estate è il periodo più proficuo per perpetrare l’inganno contro ignari cittadini. Sarà il caldo o la voglia di vacanza e, quindi, di tempo libero a disposizione, le nostre caselle di posta elettronica sono letteralmente invase da messaggi di sconti stagionali, che stuzzicano lo shopping online. In questo periodo dell’anno si è maggiormente rilassati e propensi a concedersi qualche omaggio in più. Ed è tutto un rincorrere l’offerta più seducente, allo scopo di soddisfare la nostra bramosia di acquistare qualcosa per noi stessi.
Le truffe si stanno diffondendo a macchia d’olio, tanto che, secondo i dati riferiti da Ermes, una piattaforma di Browser Security, nei mesi di luglio e agosto i reati crescono del 400%. I truffatori, una volta valutato che il “phising di massa” è diventato improduttivo hanno puntato sullo “spear phising”. Il primo, presente da anni, si basa sulla somiglianza di qualche marchio che il malcapitato di turno riconosce e lo considera affidabile. Solitamente, lo stesso invito viene spedito a migliaia di indirizzi, profili social o numeri di telefono. Il raggiro si basa su un concetto molto elementare: se abbocca anche una bassa percentuale di utenti, il gioco è fatto. Lo “spear phising” è un perfezionamento del “phising”.
E’ più mirato sulla potenziale vittima da colpire. Come cucire un abito su misura. Bisogna stare attenti a quello che si pubblica, ad esempio, su Facebook. Sono presenti tantissimi informazioni, soprattutto attraverso le foto: abiti indossati, eventuali gioielli e orologi lussuosi. In questo caso, la vittima designata è particolarmente sensibile ai prodotti di qualità e costosi e al look. Quindi le verranno proposti orologi, scarpe, accessori di moda. Questo tipo di truffa è più elaborato rispetto alla precedente, in quanto c’è tutto un lavoro di indagine da compiere. Ma, come ci ha informato Ermes, le probabilità che la truffa abbia successo sono superiori di ben 10 volte. Lo “spear phising” si fonda, quindi, sulle doti “investigative” del truffatore.
Le regole da seguire per contrastare queste attività illecite sono di dare meno dati e informazioni possibili che, come abbia visto, il “cybercrimine” riesce ad ottenere con estrema facilità. Un’altra arma a nostra disposizione è di non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto ad ogni costo. Sedotti da una serie di sconti allettanti, i consumatori vengono fagocitati dalla fretta, in maniera tale da trasformarsi in poca lucidità negli acquisti, prestando poca cura sull’affidabilità dei mittenti.
Il passaggio dalla seduzione alla truffa è breve. E poi, non farsi ingannare da sconti troppo alti. Se un prodotto mediamente costa 100, non può essere venduto a 10. Inoltre, cercare di placare questa sorta di mania di pubblicare di tutto e di più sui social, in modo da consegnarsi ai truffatori. Un adagio partenopeo recita: “Chi va per questi mari, ‘sti pesci piglia”. Ovvero, chi si imbarca in certe avventure, non può che conseguire che questi risultati. Siamo stati affascinati e sedotti dalla tecnologia e mo’ sono… cavoli amari!