Lo dice uno studio dell’Alma Mater di Bologna sulle carenze degli universitari. E con l’avvento dell’IA lo scenario non è confortante.
Roma – La lettura digitale produce distrazione. L’avvento dell’era digitale sta cambiando le consuetudini sociali e i rapporti tra le persone. Anche la lettura dei testi non è sfuggita alla sua furia rivoluzionaria. Dal testo cartaceo a quello digitale il passaggio è stato rapido. Una recente ricerca a cura del Prof. Nicola Grandi del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Alma Mater di Bologna ha evidenziato le gravi lacune linguistiche e di punteggiatura degli studenti universitari italiani. Né è consolante che una carenza simile è stata riscontrata da uno studio dell’Università di Valencia, in cui viene spiegato che il deficit di conoscenza linguistica e, quindi, della grammatica e sintassi, è l’effetto di come si legge un testo.
La lettura su carta, infatti, può migliorare la capacità di comprensione di un testo da sei a otto volte rispetto a quello digitale. Secondo gli autori non si poteva aspettare nulla di diverso dall’amara realtà, visto che molti testi che appaiono sul web, come ad esempio su Wikipedia, l’enciclopedia online a contenuto libero, hanno poca cura formale del testo e, spesso, utilizzano la lingua in maniera approssimativa. Sui social, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Qui siamo nella totale desolazione della scrittura. Non si tratta solo di una meccanica traslazione della lingua parlata, ma di un’operazione fatta in modo ambiguo e superficiale. Queste condizioni non possono che produrre scarsa attenzione ed equivoci.
L’intento dello studio non è disprezzare la trasformazione digitale, ma di comprenderne le conseguenze. Innanzitutto perché, piaccia o no, c’è e ce la dobbiamo tenere. Non è che le critiche, anche quelle più iconoclaste, possano intaccare un processo che è irreversibile. Ben vengano, quindi strumenti di cognizione. Dallo studio è emerso che la distrazione è presente sia sul lavoro o lo studio che nel tempo libero. Addirittura è stato appurato che l’intervallo tra la lettura digitale per gli aspetti ludici della vita e il grado di comprendere un testo è prossima allo zero. Questo risultato nullo dipende dalla qualità dei testi digitali, tendenzialmente inferiori a quelli cartacei. A cambiare è, in primo luogo, la maniera di leggere. I testi digitali, senza considerare la loro qualità, sono, spesso, più superficiali di quelli su carta.
Sui social i testi sia informali e senza sintassi che quelli articolati ed intellettualmente di spessore, cosa peraltro assai rara, il prodotto propende ad essere analogo. Se pensiamo ad un romanzo, il web non riesce a coinvolgere appieno il lettore. Per la saggistica non vengono recepite i molteplici nessi presenti in un testo informativo. Per la cronaca, lo studio ha preso in esame una trentina di studi effettuati tra il 2000 e il 2022 sulla comprensione della lettura e sono stati raccolti i dati riferiti a ben 470 mila partecipanti. Nei romanzi di fantascienza e nelle peggiori distopie, la società futuristica è stata sempre immaginata altamente tecnologica con cyborg, individui umani in cui sono stati trapiantati membra o organi sintetici.
Inoltre, con un computer centrale che controllava e dirigeva tutto e con gli umani, come automi, manipolati e alla mercé di un’Intelligenza Superiore. Beh, microchip sottocutanei (si parla di impiantarli, anche, nel cervello umano), videosorveglianza in abbondanza e con gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale (IA), lo scenario è analogo!