La tragedia della Moby Prince 34 anni dopo: il Pd chiede di creare un museo a Livorno

La cerimonia per ricordare le vittime della terribile collisione avvenuta nello specchio acqueo antistante lo scalo marittimo labronico.

Livorno – Alla vigilia del 34esimo anniversario della strage del Moby Prince, i deputati del Partito democratico, Simona Bonafè, Marco Simiani, Matteo Mauri e Andrea Casu, hanno presentato una proposta di legge per l’istituzione, a Livorno, di un museo dedicato alle vittime della tragedia e alla promozione della sicurezza navale. L’iniziativa – si legge in una nota – nasce su impulso della Federazione provinciale e comunale del Partito democratico di Livorno, dei Giovani Democratici, del gruppo consiliare Pd e del Sindaco Luca Salvetti.

“Il lavoro approfondito svolto dalle commissioni parlamentari d’inchiesta succedutesi nel corso delle ultime legislature hanno permesso di fare importanti passi in avanti sulle dinamiche della tragedia, sulle responsabilità e sull’autenticità dei fatti. Serve ora un sforzo collettivo per arrivare alla piena verità. Crediamo – dichiarano i promotori – che la realizzazione di uno spazio pubblico possa rappresentare un segno concreto di vicinanza alle famiglie delle vittime e un luogo di memoria collettiva”.

Il tardivo spegnimento dell’incendio sulla Moby Prince

“Un museo del Moby Prince – concludono – non sarebbe soltanto un doveroso omaggio alle 140 vittime, ma anche uno strumento di sensibilizzazione, ricerca e formazione in materia di sicurezza navale e trasporto marittimo. Un presidio culturale e civile che possa contribuire al percorso di verità e giustizia che ancora oggi, dopo 34 anni, deve essere pienamente compiuto”. Era il 10 aprile del 1991, Livorno e l’Italia intera si trovavano di fronte a una delle più terribili tragedie del dopoguerra, determinata dalla collisione del traghetto Moby Prince con la petroliera Agip Abruzzo. 140 le vittime dell’incendio sviluppatosi dopo l’urto tra le due imbarcazioni, un solo superstite e, a distanza di 34 anni, ancora tanti interrogativi rimasti senza risposta.

La sera del 10 aprile 1991 nel porto di Livorno sta salpando il traghetto Moby Prince con destinazione Olbia, a bordo 141 persone fra passeggeri e membri dell’equipaggio. Avviata la navigazione, però, il comandante Ugo Chessa ordina una manovra come se dovesse tornare improvvisamente al porto e nel farlo urta la petroliera Agip Abruzzo: si scatena l’inferno. Dalla seconda imbarcazione fuoriesce una gran quantità di petrolio che invade il Moby Prince, lo sferragliamento fra le due navi fa il resto, provocando un terribile incendio che causerà la morte dei passeggeri con l’unico superstite Alessio Bertrand, mozzo napoletano, che riesce a gettarsi in mare. La DDA di Firenze ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta sul disastro del Moby Prince.

Il Procuratore capo di Livorno Maurizio Agnello nella sua audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla strage del Moby Prince, che è seguita a quella del Procuratore di Firenze Filippo Spiezia, svoltasi in modalità segreta. “Di reati non ancora prescritti – aveva sottolineato il procuratore Agnello – oggi sopravvive la sola strage nella forma dolosa. Occorrerebbe dimostrare che qualcuno abbia agito intenzionalmente per causare la morte di 140 persone”. Il procuratore è tornato a parlare della nebbia come concausa del disastro suscitando la rabbia dei familiari delle vittime. “Parole sconcertanti ” hanno commentato.

Oggi per ricordare quella tragedia, a partire dalle 16,30, si svolgerà il corteo che partirà da viale degli Avvalorati e dopo aver percorso piazza della Repubblica, via Grande e piazza dell’Arsenale, terminerà nell’area dell’Andana delle Ancore del porto Mediceo. Nei pressi del monumento in onore delle vittime della tragedia, avverrà la deposizione del cuscino di rose e la corona di alloro, con lettura dei nomi delle vittime. Nell’area Andana delle Ancore si terrà il lancio delle rose in mare.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa