Il classico piede in due scarpe. La duplice candidatura di Paolillo tra schieramenti opposti: opportunismo politico o ricerca di visibilità per l’ambientalismo?
Roma – La politica del doppio forno non è scomparsa e si evidenzia in tutto il suo splendore, almeno dal punto di vista etico, nelle Amministrative siciliane. C’è chi ha pensato bene, infatti, pur di ottenere uno scranno comunale, di candidarsi in contemporanea in due Comuni della Sicilia orientale, in particolare a Catania e a Gravina di Catania che andranno al voto il 28 e 29 maggio. Se questo modo di fare non ripugna chi effettua certe scelte durante la campagna elettorale, dimostrando poca credibilità e sensibilità, almeno da candidato, occorre valutare lo “spessore” morale e politico del sindaco di riferimento che ha consentito il pastrocchio.
Ma poco importa perché le motivazioni, dell’una e dell’altra parte, potrebbero essere le più svariate e le giustificazioni molteplici ma tutte incomprensibili, almeno dal punto di vista della coerenza e rispetto verso i cittadini e il programma elettorale sbandierato in lungo e in largo nei rispettivi territori. Due candidature, dunque, della stessa persona in Comuni diversi, ma in schieramenti opposti. Nulla di eccezionale e immorale per la duplice candidatura, mentre si rimane esterrefatti per la scelta di due schieramenti concorrenti. È la scelta effettuata da una candidata per il Comune di Catania di far parte della coalizione di centrosinistra con “Maurizio Caserta Sindaco”, mentre nel Comune di Gravina concorre nel centrodestra con “Massimiliano Giammusso Sindaco”.
Evviva la libertà di opinione ed espressione. Stiamo parlando della strana corsa di Ilaria Paolillo, dirigente del partito Animalista italiano che, in vista delle amministrative siciliane, corre per un posto da consigliera comunale in due Comuni confinanti. In caso di duplice elezione, considerata l’incompatibilità a ricoprire la carica di consigliera in più Comuni contemporaneamente, Paolillo sarebbe costretta a optare per l’una o l’altra poltrona. Ma ciò è l’ultima cosa di cui parlare. A Catania la coalizione del candidato sindaco Caserta è composta da Pd, Alleanza Verdi-Sinistra italiana, Movimento 5 stelle, Con Bianco per Catania, È l’Ora del Popolo e dalla lista civica Per Catania di Maurizio Caserta, nella quale appare il nome di Ilaria Paolillo.
Mentre la coalizione di Giammusso è composta da tutto il centrodestra, ma questa volta la duplice candidata è in quota “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca (deputato regionale), alleato del sindaco gravinese. Ma il motivo della doppia candidatura per Paolillo, tra le opposte coalizioni, è forse più semplice di quanto possa sembrare. Pare sia nata per trovare ingresso nell’agone elettorale amministrativo al fine di avere quella visibilità che avrebbe dovuto consentire di veicolare principi, idee e visione ambientalista ed a tutela degli animali. Però nel sito nazionale non vi è una parola che possa rafforzare e giustificare questa scelta della candidata e che propagandi un manifesto elettorale per entrambi i territori di cui la dirigente del Partito animalista è portavoce.
Si ha la sensazione che il “bus” di Caserta e di Giammusso, che sicuramente hanno abbracciato l’impegno animalista, stia camminando verso la rotta tracciata, ma senza che però traspaia la motivazione sul perché di una candidatura animalista, allergica, ma non troppo, alle diversità politiche degli opposti schieramenti. Che gli animalisti riescano a unificare visioni contrapposte della società è vero. Ma è altresì vero che non si avverte la presenza di un candidato “zoofilo”. Se non fosse stato per l’eco della candidatura tra le opposte coalizioni nei due Comuni confinanti, sarebbe lecito pensare che l’unico interesse, pur legittimo, sia quello di piazzare una bandierina.
In ogni caso, bene hanno fatto sia sia il professore Caserta a Catania, che l’onorevole De Luca, a sostegno di Giammusso a Gravina di Catania, a “imbarcare” una protezionista, un po’ meno forse nell’individuare la scelta nella medesima candidata. Sarebbe troppo banale liquidare un simile atteggiamento come trasformista e opportunista, di certo però è “confusionario”.