Pd e Italia Viva, e anche il centrodestra, puntano il dito contro di lui: i veti contro Renzi hanno consegnato la vittoria a Giorgia Meloni.
Roma – La debacle del campo largo in Liguria, e la guerra senza esclusione di colpi con il “patron” del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Giuseppe Conte è sotto assedio, e più che resa dei conti si potrebbe parlare proprio di “resa di Conte”. Che però non si arrende, e continua a sparare a zero sia con gli amici-nemici del centrosinistra, sia con il fondatore del M5S. “Si muore più traditi dalle pecore, che sbranati dal lupo”. All’indomani del voto in Liguria e, soprattutto, mentre si infiamma lo scontro al vertice del Movimento, Grillo pubblica questo post nelle ‘storie’ temporanee di Whatsapp. Una citazione attribuita a un “autore sconosciuto” e accompagnata dalla foto di un lupo.
Impossibile all’interno del M5S, e neppure al di fuori, non cogliere un riferimento del garante alla guerra con Giuseppe Conte: il presidente del Movimento ha annunciato nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa che non rinnoverà il contratto di consulenza di Grillo da 300mila euro; il co-fondatore del M5S ha replicato con un video social per rivendicare “il diritto a estinguere il Movimento”. “Grillo? Un padre ha diritto a dare vita ai propri figli, non la morte”, ha replicato l’ex premier sulla paventata estinzione del Movimento. “Quindi non esiste la possibilità che ci si arroghi con prepotenza il diritto di determinare un’estinzione – ha sottolineato Conte – Il Movimento oggi è la comunità degli iscritti, al di fuori di questi esistono concezioni padronali che non si giustificano per le forze politiche”.
Ma poi la debacle in Liguria ha dato un leggero vantaggio a Grillo, con la sconfitta del centrosinistra in Liguria. Matteo Renzi attacca il leader M5s: “Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva. Solo le mie preferenze personali delle Europee sarebbero bastate a cambiare l’esito della sfida, solo quelle”, osserva il leader Iv: “Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta. Senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi. Vedremo se qualcuno vorrà far tesoro di questa lezione”. “Con Italia viva in coalizione il centrosinistra avrebbe vinto”, aggiunge in una intervista a Repubblica la deputata di Iv Maria Elena Boschi.
“La sconfitta di Andrea Orlando è solo colpa di Giuseppe Conte”, afferma, sottolineando che “Quando ci hanno cacciato dalla coalizione i sondaggi mostravano Orlando davanti”.”Abbiamo visto come è finita. I Cinque stelle non arrivano al 5% e pensare di affidare il centro a Carlo Calenda è ridicolo: ha preso meno del due per cento insieme agli altri”, evidenzia. “È finita per un pugno di voti. Ma se vogliamo fare i conti, alle europee la nostra lista ha preso 23.400 preferenze. Matteo Renzi ha preso 6.500 preferenze e Raffaella Paita oltre 4.000. Con Italia viva in coalizione il centrosinistra avrebbe vinto e oggi Meloni dovrebbe spiegare una sconfitta molto amara. Invece il veto di Conte ha regalato la Liguria alla destra”, aggiunge Boschi.
“Conte continua ad attaccare Renzi ma dovrebbe avere il pudore di tacere”, scrive su X Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva. “Il centrosinistra ha perso la Liguria per colpa sua e ancora parla? Noi speriamo che questa sconfitta serva di lezione: si vince con i voti e non con i veti”, conclude. Il Pd” ha incassato “un notevole 28%, il doppio di FdI. Ancor di più per questo la nostra sconfitta in Liguria brucia”. Così in un post Fb Alessandro Alfieri, membro della segreteria nazionale ed esponente di punta dell’area riformista Pd. “Sono prevalsi i veti. E ai veti è seguito un errore politico: pensare che si dovesse scegliere tra il 6% di
Conte e il 2% di Renzi” dei “sondaggi”. Il “no al leader di Iv sarebbe stato inevitabilmente percepito – e quindi
strumentalizzato – come un no alla parte centrista della coalizione”. “Dobbiamo concentrarci sulle sfide in Emilia Romagna e Umbria, ma subito dopo serve una discussione seria”.
“In Liguria sul podio dei vincitori sicuramente Marco Bucci. E Giorgia Meloni che ha avuto la sensibilità politica di mettere in campo il candidato più competitivo per il centrodestra. In qualche modo vince anche Matteo Renzi che dimostra che i suoi voti, per quanto siano pochi, possono essere determinati. Non male il Pd che ottiene un ottimo risultato di lista. Perde (e male) Giuseppe Conte, con il suo giustizialismo e settarismo, vero responsabile della sconfitta del campo largo”, afferma il presidente di Libdemeuropei Andrea Marcucci. Tommaso Foti, capogruppo diFratelli d’Italia alla Camera, fa notare che la sconfitta “non riguarda unicamente Andrea Orlando, vittima sacrificale in quel campo minato che è il campo largo di cui il Pd si avvale unicamente per convenienza, ma interessa anche Giuseppe Conte che, colpito inesorabilmente dal sortilegio lanciatogli contro da Beppe Grillo, porta i 5 Stelle a scomparire in un oblio cosmico.
Tuttavia, sottolinea Foti, “i veri sconfitti sono coloro che hanno tentato di orientare il voto, cercando di
manipolare l’opinione pubblica con scoop televisivi lanciati come rivelazioni decisive, ma che si sono poi dimostrati privi di qualsiasi fondamento o, in ogni caso, incapaci di influenzare le intenzioni di voto dei liguri. Questa strategia scorretta, che a fatica si può definire giornalismo perché lontana da quell’etica che dovrebbe caratterizzare il mondo dell’informazione, non solo si è dimostrata inefficace, ma ha finito per danneggiare unicamente chi l’ha adottata”. Il capogruppo dei senatori M5s Stefano Patuanelli in una intervista rilasciata ai quotidiani Nem parla di una “partita difficilissima”. “Per noi continua il trend negativo alle amministrative. Ma, stavolta, l’aspro confronto interno non ha certamente aiutato. Mi auguro che, finita la fase costituente, possa emergere la chiarezza dei ruoli”.
Insomma, l’ex premier è sulla graticola: sul risultato del campo largo sembrano aver pesato due elementi determinanti. Il duello interno ai Cinque Stelle fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte (l’ex comico non è neanche andato a votare) e il veto di quest’ultimo su Matteo Renzi e Italia Viva. Per il leader di Italia Viva adesso è facile prendersi la rivincita. Le elezioni che sembravano già vinte dal centrosinistra dopo le dimissioni di Toti per via delle note vicende giudiziarie hanno invece riconsegnato la Regione alla coalizione di Giorgia Meloni.