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La malattia del “tutto e subito” che ammorba Palazzo ed elettori

Già in fibrillazione in vista delle Europee, i partiti cercano il consenso immediato nei sondaggi piuttosto che lavorare su progetti a medio-lungo termine.

Roma – La coppa Davis vinta dall’Italia infiamma gli animi, mentre i sondaggi visti con la lente di ingrandimento da tutti i partiti, fa esultare alcuni ma deprime altri. Insomma, è alta la pressione tra i leader di partito per le imminenti elezioni europee e, soprattutto, per il governo per misurare il gradimento della coalizione, mentre per le opposizioni rappresentano una “unità di misura” per verificare l’andamento della propria azione. In ogni caso è necessaria, con molta probabilità, una flebo ricostituente per tutti che dia smalto alla loro azione e un senso all’importanza del ruolo parlamentare sia della maggioranza che delle opposizioni.

In vista delle elezioni Europee, sale il termometro politico

Le rilevazioni, in ogni caso, pur con le dovute riserve determinano sempre un po’ di fibrillazione. Nonostante tutto, il senso di orientamento dei partiti non è sempre lineare e sbanda quando incontra un umore ostile. Comunque, Forza Italia e M5S aumentano i consensi. Scende, invece, il Pd. In lieve calo anche FdI, primo partito italiano con il 28,7%. Il termometro politico di questa settimana registra un aumento di FI (+0,5%) e del Movimento 5 Stelle (+0,4%), mentre i Dem fanno segnare il dato peggiore (19,3%) da quando Elly Schlein è stata eletta alla segreteria del partito. Novità anche nell’ex terzo polo: Azione supera il 4%, mentre Italia Viva il 3%. Verdi/Sinistra al 3,4. In particolare, come detto, FdI è al 28,7% (-0,1), il Pd al 19,3% (-0,1), il M5s al 16,5% (+0,4), la Lega al 9,1% (+0,1), Forza Italia 7,8% (+0,5), Azione 4,0% (+0,1), Verdi/Sinistra 3,4% (=), Italia Viva al 3,1% (+0,1), +Europa al 2,6% (+0,2), Italexit al 2,0% (-0,1), Unione Popolare all’1,2% (+0,1) e Noi Moderati allo 0,9% (-0,2). Insomma, nessuna novità ma solamente piccole e fisiologiche oscillazioni, che si potrebbero definire normali.

Però, anche su questo si innestano discussioni infinite circa il gradimento degli intervistati, sulla tenuta di qualche partito o lo scivolone di qualche altro. Il vero problema è, e lo sarà sempre, la credibilità di una classe politica molto spesso incapace di sintonizzarsi con il Paese. Ciò è dovuto non solo alle promesse non mantenute o ritardate, ma anche alla frenesia di un popolo e di una classe dirigente che vuole ottenere tutto subito. D’altronde l’andazzo è da molti decenni proprio questo, non essere, cioè, abituati ai progetti a medio e lungo termine. Poi vi è anche, ed è un aggravante, chi dall’interno dei palazzi del potere soffia sul fuoco, creando una delegittimazione diffusa.

Politica e competenza, un connubio non sempre indissolubile ed a volte, anche, deludente. Peraltro, si è anche visto che molto spesso con la presunta competenza non vi è coincidenza ed azioni legislative degne di essere ricordate. Un buon politico, insomma, non deve essere per forza una persona che abbia un curriculum mega galattico, ma solamente possedere la cultura ed il buon senso di essere umile e determinato in una visione di Paese da raggiungere con i dovuti strumenti tecnici. C’è, comunque, come detto, chi ama incendiare e polemizzare.

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi, per esempio, critico d’arte e sottosegretario al ministero della Cultura è più volte arrivato allo scontro con il suo ministro Gennaro Sangiuliano. Non solo, è severo con tutto il sistema politico, nel quale peraltro è pienamente inserito da decenni, però la verve polemica che è una sua caratteristica emerge sempre. Giudizi che a volte si scontrano con la sua stessa storia di amministratore di diverse comunità territoriali. In ogni caso, Sgarbi ha esposto recentemente anche la sua idea di come un governo dovrebbe essere formato. E, senza fare riferimenti specifici, ha sparato una bomba mediatica non indifferente. Infatti, ha detto che “nove decimi di quelli che sono al governo non hanno alcuna competenza e diventano ministri di questo o di quello…”. Il pasto è servito, ma Meloni non gradisce…!

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