Nelle settimane passate l’Italia ha avuto modo di sperimentare in prima persona alcuni effetti della cyberwar che corre parallela al conflitto russo-ucraino. Questi attacchi sono stati solo gli ultimi di una lunga serie di offensive che, più che conquistare territori, puntano a destabilizzare strutture di governo e figure, istituzionali e non, ritenute nemiche.
Kiev – Per via della complessità e della diffusione raggiunte dalle tecnologie informatiche, la guerra tra Ucraina e Russia si sta combattendo anche a livello cibernetico. Con questo termine s’intende l’utilizzo di tecniche offensive o difensive di intrusione e compromissione dei sistemi logici e fisici di un Paese, attraverso l’impiego di computer e network come Internet. Una guerra che si svolge non solo con le canoniche truppe armate che tanti lutti hanno prodotto, ma anche con quello che può essere considerato un vero e proprio esercito informatico.
Già a conflitto appena iniziato, a fine febbraio, era stata attaccata la rete satellitare ucraina KA-SAT con danni ingenti alle comunicazioni dell’esercito di Kiev. Hanno subito pesanti attacchi anche i sistemi informatici di Starlink, l’azienda di Elon Musk, magnate statunitense, che ha spedito in Ucraina diversi kit satellitari per la connessione a Internet, recanti la frase “Ci uniamo per la vittoria!“. Gli effetti di questi attacchi si sono avvertiti anche in molti Paesi, tra cui Usa, Gran Bretagna, Canada, Estonia e Unione Europea, dove sono state numerose le interruzioni di servizi internet.
Secondo gli esperti di geopolitica, l’attacco alla rete satellitare ucraina di fine febbraio, avvenuto mentre le truppe russe iniziavano l’invasione in Ucraina, avrebbe dovuto interrompere le linee di comunicazione dell’esercito ucraino, per non far arrivare comunicazioni alla resistenza appena organizzatasi. L’aggressione russa nei confronti del sistema satellitare ucraino è stato molto dura, tant’è che Rob Joyce, direttore della sicurezza informatica dellastatunitense National Security Agency, ha così dichiarato alla Reuters:
“…Non è stato semplice ripristinare i modem che avevano subito l’attacco hacker. Non ce la siamo cavata con lo scollegarli, ricollegarli e riavviarli. Sono stati proprio messi fuori uso, sono stati riportati in fabbrica e ne sono stati forniti di nuovi…”.
Si è verificata anche una serie di attacchi nei confronti di Starlink e del suo propietario Elon Musk, a cui sono state rivolte minacce di morte tramite Twitter. È emblematico il testo circolato sui mass media, attribuito a Dmitry Rogozin, direttore generale di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa:
“…Dalla testimonianza del comandante della 36a Brigata della Marina Militare ucraina catturato, il Colonnello Dmitry Kormyankov, risulta che i terminali della compagnia di Internet satellitare Starlink di Elon Musk sono stati consegnati ai miliziani del battaglione nazista Azov e ai Marines ucraini a Mariupol, tramite elicottero. Elon Musk, quindi, è coinvolto nella fornitura di equipaggiamento militare alle forze fasciste in Ucraina. E per questo, Elon, sarai perseguibile come una persona adulta. Non importa quanto tu faccia lo stupido…”.
Questi ultimi episodi sono sintomatici di come la guerra in corso sia solo in parte combattuta con cannoni, proiettili, carrarmati e missili. Un’altra parte ancora è guerra di propaganda, quel che resta è guerra tecnologica. Un groviglio di possibilità che rende palese quanto siano distanti i conflitti di una volta, quando gli eserciti si sfidavano unicamente in campo aperto. Anche se eccidi, razzie e saccheggi venivano compiuti anche allora. Niente di nuovo sotto il sole: protervia, arroganza e prepotenza una volta così come oggi. È cambiato solo l’abito e il palcoscenico, ma è sempre lo stesso orrendo spettacolo!